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Irlanda, diario di viaggio
IRLANDA

Irlanda. Diario di viaggio: Dublino…

Dopo tanti articoli dedicati a cosa vedere nelle varie zona d’Irlanda, che mi auguro possano essere utili a tutti i viaggiatori che stanno pianificando il proprio itinerario, ecco il diario del nostro verdissimo viaggio nell’isola di Smeraldo, tra città impregnate di storia recente, pecore, muretti a secco, pub, musica, silenzio, colori sgargianti…

Viaggiatori: Elena, Giovanni, Marisa, Silvia e Giulia
Periodo: due settimane nell’agosto 2019

PRIMO GIORNO

Iniziano due intere, splendide, settimane alla scoperta della verdissima Irlanda, che si riveleranno molto intense, cariche di emozioni e di soddisfazioni! Decidiamo di cominciare subito con la visita alla capitale, Dublino, perché, nonostante siamo sicuri ci piacerà, allo stesso modo siamo certi che il meglio debba venire in seguito, a contatto con la natura…

Dall’Aeroporto Internazionale di Dublino, è semplice raggiungere il centro città: prendiamo il bus airlink 747 che, in circa 50 minuti, ci lascia nei pressi della nostra sistemazione dublinese, Staycity Aparthotel in St. Augustine street. Già sul pullman, schiacciati tra passeggeri e valigie, scorgiamo vari angoli della città colorati e vivaci… Dublino ci piace quindi fin da subito, con le insegne dei pub dai colori sgargianti, con i balconcini adorni di fiori a cascata e con tanta, tantissima gente che si riversa nelle strade.

Tempo di occupare le stanze e fare un giro per lo spazioso appartamento, che consigliamo per comodità e pulizia, e siamo di nuovo fuori. Sono ormai quasi le 21, quindi passeggiamo brevemente e cerchiamo un posto per la cena: andiamo da O’Neill, un enorme pub brulicante di gente festosa, che ride e chiacchiera con una birra in mano. L’atmosfera chiassosa, disordinata e caotica, proprio identica a quella di cui avevamo tanto sentito parlare e di cui avevamo letto nei diari di viaggio… Ora è proprio qui, e già la prima sera ci sentiamo immersi nel vero spirito dublinese! Mangiamo enormi piatti, chi di salmone e chi di carne, contornati da appetitose verdure e gustose salse e beviamo Guinnes e Smithwick, spendendo 88 euro in 5.

Dopo cena, ovviamente ci addentriamo per una passeggiata serale sotto la pioggia nel quartiere di Temple Bar, anch’esso molto animato e frizzante. Proviamo anche ad entrare in uno dei pub, stracolmo di gente, e ci godiamo per un po’ la musica irlandese suonata e cantata dal vivo e festosamente ballata da parecchia gente.

Carichi di adrenalina dopo la prima sera, consapevoli di averne ancora tante davanti a noi, tutte da vivere, ripercorriamo a ritroso la strada verso casa, costeggiando il fiume Liffey, e ci scaldiamo con un tè programmando l’itinerario per domani.

SECONDO GIORNO

Per le otto e un quarto siamo in strada, davanti a noi transitano migliaia di persone che corrono la mezza maratona… e ci bloccano il passaggio! Pensiamo di visitare Christ Church e Dublinia, ma è ancora presto ed è tutto chiuso. Ci dirigiamo al Dublin Castle, edificio semplice, costruito in varie epoche e pertanto composto da parti con diversi stili architettonici. Non c’è nessuno e le strade domenicali sono silenziose. Il piccolo parco del castello, Dubh Linn Garden, è un prato all’inglese a pianta circolare.

Sulla strada per la cattedrale di St. Patrick ci fermiamo a fare colazione. Dopo aver sbirciato in vari locali ne scegliamo uno molto carino. Accompagniamo il cappuccino e il the con deliziose fette di torta. La più caratteristica è quella ordinata da Elena: al gusto di lavanda con crema al limone. Ci dirigiamo poi alla St Patrick Cathedral, splendida chiesa gotica protestante. All’interno è sepolto Jonathan Swift, che per molti decenni è stato decano di questa cattedrale. Sopra la sua tomba c’è il suo epitaffio, scritto direttamente da lui. Sono presenti inoltre molte statue di personaggi famosi, la porta della riconciliazione, l’Albero della Rimembranza, dove ricordare tutte le persone che stanno vivendo un conflitto, il trono di William III, la cappella dedicata alla Madonna… Un’ala è dedicata alla scoperta interattiva delle particolarità di questa importante chiesa: le chiavi della chiesa, le vetrate, le campane, il coro…  Nel frattempo alcuni cantori vestiti di azzurro iniziano ad intonare canti gregoriani. Alle 12.15 inizia una funzione solenne, quasi tutta cantata. Dopo il lungo sermone usciamo e scopriamo che le nuvole che coprivano il cielo stamattina sono quasi scomparse: che gioia vedere il cielo d’Irlanda!

Camminiamo poi fino a St. Stephen shopping centre, vivace centro commerciale situato dentro un edificio in stile liberty, bianco ed elegante. Qui approfittiamo per comprare già i primi regali da portare a casa, tra libreria e un negozio totally green!

Successivamente, ci immergiamo in un bel parco ordinato, ricco di fiori, anatre e gabbiani, lo St. Stephen’s Green, dove splende il sole e ci togliamo addirittura la felpa!

Una passeggiata per Grafton Street è proprio piacevole: si tratta di una strada pedonale, brulicante di negozi ed artisti di strada. Sono le due e mezza, e ci aspetta, anche se un po’ in ritardo, una buona Irish breakfast, che consumiamo da Beanhive, un bar davvero piccolo, molto carino.

Per le 16.15 abbiamo appuntamento per una visita guidata presso la Kilmainham Gaol, prigione che ha ospitato come detenuti molti personaggi di spicco irlandesi, e soprattutto tanti dei fautori dei movimenti per l’indipendenza. La visita, molto suggestiva, purtroppo è solamente in inglese, quindi non capiamo proprio tutto, però riusciamo a farci un’idea delle condizioni di vita dei prigionieri e ci immergiamo un po’ di più nella storia di questo paese. L’ex prigione è piuttosto lontana dal centro e quindi impieghiamo una buona mezz’ora a passo svelto per arrivarci e poi per ritornare.

Ammiriamo da fuori, dando solo una sbirciata all’interno, la Cattedrale anglicana Christ Church. La ricerca del luogo in cui cenare è un po’ difficoltosa perché il quartiere di Temple Bar è affollato e piuttosto caro. Passeggiamo tra i pub visti ieri sera col buio, tutti bellissimi alcuni dei quali addobbati a festa con lucine natalizie e scegliamo di mangiare da Bankers Bar, un pub tranquillo, di certo non caratteristico e caotico come quello di ieri, ma che ci soddisfa molto con il suo cibo: fish and chips, hamburger, chicken burger, soup, alette di pollo piccanti, irish ham con mash potatoes. La passeggiata di questa sera, molto bella grazie al cielo sereno, avviene tutta lungo il Liffey, che riflette le coloratissime insegne luminose dei palazzi intorno. Attraversiamo finalmente il celebre Ha’ Penny Bridge e camminiamo fino a poter ammirare l’imponente e ben illuminata Custom House, vecchia sede della dogana e oggi ministero dell’ambiente. Alle 23 siamo in camera, stanchi dopo aver fatto ben 30mila passi!

TERZO GIORNO

Ci svegliamo scaglionati per ottimizzare l’uso del bagno, così puntualmente alle 8 siamo fuori. Facciamo una buona colazione da Roco Cafè, scelto da Mari, dove gli scone sono enormi e tiepidi. Intorno alle 9, arriviamo al Trinity College, che ci accoglie con un bel sole. Entriamo presso la Old Library, dove abbiamo prenotato online a 11 € la visita alla Long Room e al Book of Kells.  Prima di vedere il famoso manoscritto vero e proprio, o perlomeno 4 delle sue pagine, c’è un percorso di avvicinamento che prepara alla visita, con spiegazioni e gigantografie di alcuni dettagli delle miniature. Il tutto era davvero molto affascinante, e abbiamo dovuto mettere alla prova il nostro inglese per afferrare più concetti possibili, come il metodo di scrittura, la preparazione della pergamena di vello di vitello, i colori usati, tratti dal rame, dal carbone, da pietre, da erbe… Restiamo davvero colpiti  al pensiero di quanto lavoro hanno dovuto affrontare i monaci durante la realizzazione! Massimo stupore però lo proviamo all’ingresso della Old Library. Neanche la Bestia aveva una libreria così!!! È difficile descriverla: due piani di legno di un marrone caldo, 200.000 volumi antichi disposti ordinatamente su file e file di scaffali divisi per autore, in mezzo un’ampia galleria con i busti di personaggi storici celebri, il tutto in un’atmosfera accogliente, silenziosa, sospesa. Avremmo desiderato far sparire per un attimo tutte le persone e percorrerla in lungo e in largo (con i pattini, dice Mari!) in tranquillità e solitudine.

Tornati nel cortile del College, alle 10.50 ci uniamo ad un numerosissimo gruppo di italiani per visitare il Campus guidati da Marina, una studentessa romana che sta frequentando un Master in Diritto comparato internazionale. Ci racconta varie notizie sulla nascita del College, voluto dalla regina Elisabetta I e sui vari edifici che lo compongono. Della struttura originale, risalente alla fine del 1500, oggi non rimane nulla. Gli attuali edifici risalgono al 1700. Oggi chiunque è ammesso, mentre fino al 1903 non erano accettate le ragazze, mentre fino al 1970 circa erano ammessi solo gli anglicani. Gli studenti sono circa 17000, di cui 700 risiedono al campus. Sono presenti tutte le facoltà e vengono praticati tutti gli sport… Compreso il Quidditch! Vi sono anche una cappella, nella quale gli studenti possono anche sposarsi, un teatro in cui si tengono le cerimonie di laurea, e due biblioteche: una dedicata solo ai frequentanti di master e dottorati, aperta 24 ore su 24, 365 giorni all’anno, provvista anche di cucina per le full immersion di studio pre-esame, l’altra che vanta il diritto di ricevere gratuitamente tutte le pubblicazioni dell’anno dell’intero Regno Unito e d’Irlanda. Ad oggi, i volumi sono 8 milioni ed ogni anno è necessario costruire 1 km di scaffalatura per accogliere i nuovi libri!

Soddisfatti al cento per cento della mattinata, proseguiamo verso Marrion Square, un semplice parco che ospita la famosa statua in cui Oscar Wilde resta disteso beffardo su una roccia. Le case che delimitano il perimetro rettangolare del parco sono caratterizzate dai bellissimi portoncini variopinti.

Ci spostiamo con una breve passeggiata verso la zona del porto, Docklands. Qui, passeggiamo lungo l’acqua in un quartiere moderno ma abbastanza anonimo, ed entriamo in un elegante supermercato dove ci serviamo abbonanti ciotole di insalate miste, di pasta, pollo, cous cous, verdura,…Facciamo una breve visita presso la National Gallery of Ireland, semplicemente una corsa a vedere i dipinti più famosi, di Caravaggio, Monet, Picasso e Vermeer.

Decidiamo di andare a cercare un bus per dirigerci all’enorme Phoenix Park ma, arrivati nei pressi del Samuel Beckett Bridge, il cielo diventa scurissimo, dando piena ragione alle previsioni di 3b Meteo, che pronosticava pioggia per le tre. Dunque, propendiamo per Epic, il museo interattivo e multimediale riguardante le emigrazioni degli irlandesi nel corso della storia. È stato interessante, piacevole e coinvolgente, anche se conoscendo pochissimo la storia di questo popolo, non abbiamo sicuramente saputo apprezzarlo quanto avrebbe meritato: ecco un argomento sicuramente da approfondire! Comunque, abbiamo preso la decisione giusta, infatti, come abbiamo messo piede nell’edificio si è messo a diluviare fortissimo mentre alla nostra uscita, poche ore dopo, il cielo si stava decisamente rischiarando.

Usciti da Epic, camminiamo lungo il Liffey: un toccante monumento alla grande carestia (great famine) del 1845-1849 è stato qui installato, con statue di bronzo che rappresentano persone macilente e scavate dagli stenti.

Raggiungiamo O’Connel Street, sormontata dallo Spire, un enorme ago appuntito alto 120 metri che va a toccare il cielo, simbolo della lotta per l’indipendenza e della lotta contro la droga, piaga della città insieme all’alcolismo. La zona attorno a O’Connel street è multietnica e un po’ trasandata. Avrebbe bisogno di una riqualificazione. Un intenso acquazzone ci obbliga a fermarci sotto i portici delle Poste Generali. Appena la pioggia diminuisce riprendiamo il cammino. Per cena andiamo al pub Lw Sweetman, dall’atmosfera più tranquilla  ed elegante degli altri pub, con soffitti a cassettoni dipinti di un bel blu. Mangiamo homemade soup, hummus, Dublin Coddle (spezzatino di salsiccia, bacon, carote e patate), grilled salmon con salsa di basilico, turkey pie con verdure. Accompagniamo la lauta cena con alcune pinte di Guinness e uno strano sidro arancione, Bulmers.

Torniamo a casa camminando lungo il Liffey che, illuminato dalle luci della città, è molto fotogenico ed è piacevole passeggiare sulle sue sponde, nonostante gli schiamazzi di alcune persone ubriache in giro… Facciamo una tappa in un anonimo vicolo, Bloom Lane, dove qualche anno fa è stato installato un curioso murales. L’affresco raffigura l’ultima cena di Leonardo Da Vinci… in chiave irlandese. I personaggi sono persone comuni, del luogo, incontrate in diverse strade della città. Ci fermiamo infine a comprare un sacchetto di brioches per la colazione di domani mattina, quando dovremo uscire presto di casa per andare all’aeroporto…

Continua…

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Per approfondire tutto ciò che c’è da vedere nella città di Dublino, zona per zona, e per visionare alcuni possibili itinerari, ecco l’articolo specifico!

14 commenti

  • Elena

    Che favola questo viaggio!!!e la biblioteca !!!! Deve essere uno spettacolo vederla….. Poi tu lo descrivi benissimo è bello leggerlo!!

  • casepreparalavaligia

    Non vedo l’ora di leggere le altre pagine di questo diario!
    (A proposito della Bestia. Ho comprato il libro della Bella e la Bestia illustrato da MinaLima – gli illustratori di Harry Potter – e secondo me hanno disegnato la libreria della Bestia proprio ispirandosi alla Long Room, ne sono sicura!!)

    • viaggiodolceviaggio

      Ma dai! Sarei molto curiosa di vederla!
      Mia sorella mi ha parlato poco tempo fa di questa edizione della Bella e la Bestia, ed ora mi incuriosisci ancor di più!

  • L'OrsaNelCarro Travel Blog

    Sai, a volte rimpiango di essere troppo Orsa in viaggio e di non avere una combriccola affiatata come la tua. Ci si diverte tantissimo ma a trovarli amici e parenti con i tuoi stessi ritmi… diciamo che è più facile trovare voli a 4,90 Euro 😛 Non conoscevo il monumento alla carestia, impressionante e molto toccante, forse cozza un po’ con il contesto circostante di belle macchine e palazzi moderni, no?
    Una fredda Guinness quanto me la sparerei ora!!!! 😉

    • viaggiodolceviaggio

      Hai ragione: io, come compagni di viaggio, sono stata davvero fortunata, ma sono consapevole non sia affatto scontato…
      I voli a 4.90… è da un bel po’ che io non riesco a trovarne!

  • Alessia

    Dublino non mi aveva granché convinta,anzi a dirla tutta ha forse rappresentato la mia vera delusione tra le capitali europee,ma mi è piaciuto sentirla raccontare dal tuo punto di vista? Ciao Elena, buon weekend.

    • viaggiodolceviaggio

      Anche noi l’abbiamo trovata meno bella di altre capitali europee, anche se alcuni luoghi ci sono comunque piaciuti molto; però in un giro completo dell’isola non si può non passarvi un paio di giorni. Ma…non di più. E, soprattutto, bisogna avere l’accortezza di inserirla ad inizio itinerario, e non alla fine, perché l’ultimo ricordo del viaggio deve assolutamente essere non una città, ma i colori delle campagne!

  • Silvia The Food Traveler

    Ho sempre dedicato poco tempo a Dublino perché quando ci sono stata era ogni volta alla fine di un viaggio on the road in Irlanda, e come ultima tappa è stata trascurata. Come sai avrei dovuto andarci lo scorso aprile con mio fratello, aggiungendo anche Belfast, ma poi ovviamente è stato tutto cancellato. Anche per questo mi fa piacere viverla attraverso il tuo racconto.
    Non sapevo che al Trinity College si giocasse anche a Quidditch!

  • Roberta - globetraveldiary.com

    Dublino la inseguo con la mia migliore amica da diversi anni, senza mai riuscire ad organizzare un viaggio per vederla. Speriamo che il 2021 sia l’anno giusto per visitarla, mi intriga veramente tantissimo!

  • simona marri

    Sono passati tantissimi anni dal mio viaggio in Irlanda (ero ancora una studentessa universitaria…) ma me ne è rimasto un bellissimo ricordo. Con questo articolo dettagliato e pieno di spunti interessanti mi hai fatto venire voglia di tornarci! Mi intriga particolarmente la visita alla Kilmainham Gaol, edificio che non ho avuto occasione di vedere durante il mio viaggio.

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