Stoccolma. Sesto giorno
Oggi la colazione viene servita un po’ più tardi, quindi dormiamo un po’ di più. Quando siamo pronti per uscire e abbiamo infilato nello zaino i panini che da alcuni giorni ci prepariamo durante la colazione, prendiamo la metro fino a Brommaplan, e poi il bus. La destinazione di oggi è Drottningholm, il castello e residenza reale. Peccato che il cielo sia un po’ nuvoloso e che quindi il palazzo e il parco non spicchino al meglio. Facciamo una visita all’interno, un po’ con visita in inglese e un po’ per nostro conto e passeggiamo per il parco. Nonostante sia la residenza del re (i coniugi vivono lì, i tre figli a Ostermalm) lo stile non è ricco e ostentato, ma anzi, semplice, lineare, non sfarzoso, esattamente come gli altri castelli visitati della città. Sarà che la famiglia reale non abbia eccessive manie di protagonismo e spenda, oltre che per sé, per il bene della popolazione, che ci sembra proprio benestante?
Al ritorno facciamo due calcoli sulla Stockholm Card che sta per scadere. Consideriamo di farne un’altra da 24 ore, ma visto il prezzo non la facciamo; d’ora in poi ci muoveremo solo più a piedi. Per sfruttarla fino all’ultimo, però, decidiamo di andare ancora al museo nazionale, che però è chiuso per ristrutturazione, allora andiamo a visitare l’Historiska, museo della storia svedese, dalla preistoria, ai Vikinghi, ai vari re e regine. È’ meno interattivo degli altri, ma comunque molto coinvolgente. Anche qui, come in tutti gli altri, notiamo una grandissima attenzione per i bambini: c’è sempre una sezione dedicata a loro, con tavolini, pennarelli e libri, oltre a sezioni del museo con giochi, piccoli laboratori e filmati. Siamo di nuovo sfortunati, perché troviamo chiusa la biblioteca nazionale (Kungliga Biblioteket) che vanta 180 km di scaffali di libri.
Facciamo tappa da Espresso House per condividere una tazzona mega di Vanilla Latte e poi ci dirigiamo a Gamla Stan, dove finalmente mangiamo svedese: un piatto di aringa impanata con purè, pomodoro e marmellata di ribes e Pyttipanna (cubetti di patate e carne di vari tipi –temo che nel mezzo ci sia finita pure una renna o un alce…- con uovo fritto e pomodoro). Paghiamo ovviamente più del solito. Caffè per strada sulla via del ritorno, visita all’Hard Rock Cafè e casa.
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