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New York prima puntata
NEW YORK

New York. Prima puntata

Ecco il diario di viaggio… della realizzazione di un sogno: New York.

Viaggiatori: Elena, Silvia e Giovanni
Periodo: dieci giorni a cavallo tra il 2015 e il 2016

PRIMO GIORNO

Innanzitutto: quanto ci è costato un viaggio di 10 giorni a New York?

Avevamo prenotato ad ottobre il volo (circa €600 a testa) e l’hotel Home2 Suite by Hilton Long Island (circa € 800 per una camera tripla). Durante la progettazione del viaggio, attraverso guide, blog, siti e diari di viaggio, ci siamo anche muniti di New York Pass per 5 giorni (circa $240 a testa), prenotazione del parcheggio a Caselle (€40), prenotazione del trasporto dall’aeroporto all’hotel (€60 + pedaggio), Esta ($14 a testa), assicurazione sanitaria (€100 a testa). Partiamo con 6 carte di credito e $ 400 nel portafoglio.

Dopo le belle giornate della Vigilia e di Natale, finalmente si parte!

Il volo parte in ritardo perché è necessario spruzzare antigelo sulle ali, ma arriviamo puntuali alle ad Amsterdam, dove una ragazza un po’ scocciata ci interroga in maniera pressante: vuole sapere le nostre parentele, da quanto tempo ci conosciamo, perché vogliamo andare a New York, perché proprio in questo periodo e come ci comporteremo se andremo in bagno, se lasceremo i bagagli incustoditi.

Il secondo volo (Delta) parte alle 10.30 e arriva alle 19.15 italiane, ma che per noi, ormai americani, sono solo le 13.15!

Dormicchiamo un po’, leggiucchiamo, facciamo due chiacchiere, ma essenzialmente ci imbamboliamo davanti ai nostri schermi, che propongono musica, film, giochi e la rotta che l’aereo sta seguendo, con dati quali i km percorsi e mancanti, l’altitudine, la temperatura esterna…

Ma essenzialmente il tempo è scandito dalla sollecitudine degli steward che continuamente ci allietano con appetitosi manicaretti: aperitivo con noccioline e salatini; pranzo con insalata con feta, cracker, pane, formaggio, pollo, zucchini e purea di mais e biscotti; prima merenda con gelato in coppetta; seconda merenda con una scatoletta contenente un panino con affettati e un biscotto con cioccolato belga. Il tutto, sempre innaffiato da bibite e bevande a scelta.

Scesi dall’aereo, i controlli sono veloci, foto, impronte digitali, e via.

Anche le valige arrivano subito, quindi ci mettiamo ad aspettare il nostro autista che, in circa 1 ora, ci porta, attraversando l’Holland Tunnel sott’acqua, Manhattan, un tratto di Brooklyn e di Queens, al nostro bell’hotel: Home 2 Suites Manhattan view, Long Island City, 3906, 30th street. Disfiamo le valige e sistemiamo la camera.

Sono ormai le 17 e, calcolando che a casa sarebbero le 23 e che di certo saremmo a letto (e che in più non abbiamo praticamente dormito) …decidiamo comunque ovviamente di uscire!

Per circa 30 dollari a testa, facciamo la Metro Card per viaggi illimitati per 7 giorni.

Ci rechiamo con la metro N gialla fino alla 47th st., dove ci si apre la visuale stranissima ma in qualche modo familiare di Times Square!

Che sfavillio di luci e colori! La zona è proprio illuminata a giorno! Che posto strano!

Palazzi altissimi tappezzati di schermi.

Siamo estasiati e continuiamo a fare mille foto, in mezzo alla ressa che pressa.

A fatica, tra la folla, ci spostiamo verso il Rockfeller Center.

Vorremmo vedere il famosissimo albero di Natale dalla migliore angolazione, dal davanti, con la pista di pattinaggio… ma la gente è davvero troppa e ci accontentiamo di qualche bella foto da un po’ più lontano… in ogni caso, uno dei luoghi che abbiamo visto tante volte nei filmadesso è proprio lì… davanti a noi!

Percorriamo la rinomata Fifth Avenue, con i suoi negozi di alta moda, uno dopo l’altro, ognuno con vetrine più sbarluccicanti ed eccentriche.

Iniziamo seriamente a sentire la stanchezza quindi ci avviamo a prendere la metro per il ritorno, fermandoci da Chipotle, per un burrito con pollo, riso e salse… che però si rivela strapiccante!

Alle 21.30 ci apprestiamo a dormire.

SECONDO GIORNO

Ci alziamo intorno alle 7. Abbiamo dormito bene ma per l’eccitazione siamo tutti svegli, quindi anticipiamo la sveglia.

Andiamo a fare colazione: dolcetti, pane, marmellate, yogurt, cereali, bevande calde e fredde, buffi paninetti salati chiusi in pacchetti da scaldare in microonde. Con grande gioia troviamo anche le piastre per i waffle!

Usciti in strada, andiamo alla nostra fermata, la 39th, comodissima perché a soli 50 metri da casa, e ci dirigiamo verso il quartiere di Harlem, che ci piace subito.

È completamente diversa dalla New York di ieri sera: l’atmosfera qui è sobria e un po’ degradata. I grattacieli sono spariti; al loro posto, palazzetti di 4-5 piani al massimo, ognuno con le tipiche scale antincendio sulla facciata esterna.

È pieno di negozietti strani e bancarelle gestite da neri. Questa è infatti la zona afroamericana di New York.

Giriamo per un’oretta e mezza e alle 10.30 ci appropinquiamo verso la Salem United Methodist Church, chiesa a pianta semicircolare dove assisteremo alla strepitosa messa Gospel.

Saliamo al piano superiore, da cui abbiamo una bella vista sui musicisti (un pianista e un batterista), sul coro (uomini e donne vestiti di rosso) e sul Reverendo Marvin, uomo dinamico e, a quanto pare, molto spiritoso! Parla in modo molto coinvolgente, facendo partecipare l’assemblea attivamente: fa domande, canta, ride, invita ad applaudire…

Il culto inizia con il saluto ai visitatori in varie lingue, il canto ‘Go tell it on the mountain’  e la lettura di un salmo. Dopo altri canti (che noi accompagniamo battendo le mani) e il Vangelo, il Reverendo inizia il lungo sermone che ci appare molto diverso dalle prediche dei nostri preti.

Alle 12.30, alla fine della funzione, usciamo davvero allegri e quasi convinti a convertirci al metodismo!

Ci dirigiamo poi verso la zona residenziale di Sugar Hill, elegante e tranquilla.

Sulla via del ritorno costeggiamo l’affascinante City College of New York e la Columbia University.

La guida consigliava di ammirare il panorama sul New Jersey da Riverside Park, ma il cielo grigio non ci aiuta.

Raggiungiamo quindi la più grande cattedrale gotica del mondo, la St John the Divine. Questa immensità ci colpisce!

Strepitoso, all’ingresso, l’albero di Natale addobbato da centinaia di origami bianchi a forma di gru (uccelli portatori di pace secondo la tradizione giapponese), il grande rosone blu e le stravaganti opere d’arte nelle navate laterali.

Dopo tanta spiritualità, un po’ di mondanità!

Ci divertiamo molto a riconoscere e fotografarci con varie personalità del cinema, dello spettacolo, dello sport, della storia,… al celebre Museo delle cere di Madame Tussauds.

Verso le 18.30 inizia la luuunga ricerca di un posto per cenare. Abbiamo male ai piedi, pioviggina e c’è di nuovo un mare di gente qui nella zona di Times square, 7th Ave e 8th Ave.

Vorremmo cenare da Ellen Stardust Diner, locale in cui i camerieri non si limitano a servire ma intrattengono i clienti cantando pezzi tratti dai musical di Broadway. Purtroppo però la coda fuori ci costringe a rinunciare e a ripiegare su Sbarro. Qui usiamo i nostri occhi da cavallo: con 8 dollari a libbra si può riempire un piatto… che noi riempiamo un po’ troppo!

Leggi anche …la seconda puntata del diario di viaggio a New York!

Leggi anche… cosa non perdere a New York!

15 commenti

  • Silvia - The Food Traveler

    Vedere TImes Square la prima volta fa un effetto che non si dimentica: un po’ perché come dici tu in qualche modo è familiare a tutti, ma allo stesso tempo è così diversa da qualunque altra cosa – più grande, più colorata, più caotica, con i grattacieli più alti.
    Invece la messe gospel quella mi manca, non ho mai avuto occasione!

  • SognandoViaggi

    Ho letto tutto con gli occhi a cuoricino *_* New York è tra le mete che vorrei tanto visitare, quindi cercherò di immagazzinare più informazioni possibili dai tuoi post! 🙂 La prospettiva della messa gospel non mi attirava molto, ma ho letto molti post entusiasti, dovrei andarci per ricredermi! Peccato per la coda all’Ellen Stardust Diner, dev’esserci un’atmosfera stile “Glee” meravigliosa!

    • viaggiodolceviaggio

      Sì, ti consiglio diandarci perchè è proprio un’esperienza particolare! Sì, l’atmosfera in certi luoghi è proprio quella: hai centrato in pieno!

  • untrolleyperdue

    Anche voi a New York sotto le feste di Natale, ragazzi: che bello!!
    Come voi, anche noi ci siamo diretti subito verso Times Square: è una tappa obbligatoria appena si arriva in città! Costi quel che costi (in termini di jet lag eh!? 😛 )
    Che poi, quando si è lì, si è talmente carichi che la stanchezza passa per un attimo in secondo piano! ?

  • Simona

    Anche io non dimenticherò mai la prima volta che ho visto Times Square! Un tripudio, un’emozione indescrivibile. Certo tutta NY non è da meno. Quanto mi piacerebbe tornare per rivivere quelle emozioni!

  • valekappa90

    Confesso di non essere ancora stata a New York, ma vorrei al più presto colmare questa mia lacuna! Molto bello e interessante il tuo racconto, sto trovando ottimi consigli e spunti utili per organizzare il tutto. Spero di riuscire ad andarci nel 2019, magari sotto Natale come hai fatto tu! Ora vado a leggere la seconda puntata, sono curiosa! 😀

    • Michela

      Ma come sarebbe a dire “manicaretti offerti dagli steward!? A me non hanno mai offerto nulla… ?
      Mi hai fatto rimpiangere il fatto di non aver assistito ad una messa Gospel.
      Che figata!

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