I dolci più buoni d’Europa per le Travel Blogger Italiane: Mediterraneo
Dopo le ricette tipiche dell’Europa dell’est, questa settimana, le fantasiose Travel Blogger Italiane ci portano alla scoperta di sapori decisamente mediterranei, e di luoghi battuti dal sole, come Turchia, Grecia, Italia, Spagna e Portogallo. Le ringrazio davvero tanto, perché mi hanno condotta alla scoperta di gusti e consistenze che ancora non conoscevo.
Seguiamole, quindi, per individuare, attraverso le loro parole, ricette nuove, dai nomi evocativi… E, magari, imparare a realizzarle: Cous cous trapanese, Baklava e Kataifi greci e turchi, Tarta de Santiago galiziana, Pasteis de Nata e Pão de Deus portoghesi!
Hanno tutte alcune particolarità in comune: ricette semplici, ma antiche, ricche di storia, in alcuni casi custodite segretamente; gusti speziati e dolci fatti di cannella, miele, frutta secca; profumi inebrianti che fanno tornare con la mente in viaggio, laggiù, dove, per la prima volta, sono stati assaggiati…
Buon viaggio culinario!
I dolci più buoni d’Europa: il Kataifi (Grecia e Turchia)
di Elisa – http://elilovestravelling.com
La prima volta che ho assaggiato il Kataifi, un dolce a base di pasta Kadaif, frutta secca e miele oppure sciroppo di zucchero, ero in Grecia. Ero a cena con il mio compagno a Charaki, un paesino super romantico sull’isola di Rodi, quando il ristoratore –dalla generosità e ospitalità tipicamente greche– ci ha omaggiato con questo delizioso dessert. Fin dal primo assaggio me ne sono innamorata. È un dolce che si scioglie in bocca e che lascia un buonissimo sapore anche dopo averlo finito. Le sere successive l’ho cercato in ogni ristorante ma non l’ho più trovato, ero dispiaciuta perché mi era piaciuto davvero tantissimo. L’anno successivo l’ho cercato a Samos, altra isola greca ma ahimé, nemmeno lì sono riuscita a trovarlo. Finché due anni fa, in Turchia, in un ristorante di Avanos in Cappadocia, l’ho ritrovato!
In realtà questo dolce è stato inventato dagli Ottomani, quindi può darsi sia per quello che è più semplice trovarlo in Turchia che in Grecia. In ogni caso, se lo vedete su qualche menù ordinatelo perché è davvero un dolce buonissimo. Mi sono ripromessa più volte di provare a farlo a casa (sì, sono riuscita a trovare la pasta Kadaif in un supermercato italiano) ma ho paura di rovinarne il ricordo preparandolo nel modo sbagliato, quindi non mi resterà che tornare in Turchia per mangiarlo di nuovo!
I dolci più buoni d’Europa: il Baklava (Grecia e Turchia)
di Alessia – https://aleandvale.com
Tendenzialmente preferisco i piatti salati, ma se si parla di cucina greca, tra le mie preferite in assoluto, allora faccio eccezione e magicamente il mio stomaco trova spazio anche per il dessert.
L’incontro fatale con il Baklava (o la baklava) è stato durante un viaggio lungo la Penisola Calcidica, il nostro primo approccio con la Grecia Continentale, quattro giorni trascorsi tra il relax del Mar Egeo, l’austerità dei monasteri del Monte Athos e la vibrante energia di Salonicco. Proprio a Salonicco ho assaggiato uno dei baklava più buoni di sempre.
Il baklava è un dolce tipico dell’Asia Centrale, alcuni storici farebbero risalire le sue origine alla antica Mesopotamia, ma con molta probabilità ha radici turche. Diffuso in tutto il bacino del Mediterraneo, dalla Serbia all’Albania, dall’Armenia ai Paesi Arabi, se ne conoscono diverse varianti.
In Grecia si presenta come una torta composta da tanti sottilissimi strati di pasta fillo -33 strati per gli Ortodossi, per ricordare gli anni di Cristo- bagnati in uno sciroppo fatto di miele e acqua di rose e arricchiti di frutta a guscio, solitamente noci, ma anche pistacchi, a pezzi grossolani. Nei chioschi si trova spesso già tagliato in monoporzioni a forma di triangolo, di diamante, arrotolati o più semplicemente a quadrotti, come quello che ci hanno servito insieme a un assaggino di dolcetti rotondi deliziosi sempre a base di frutta secca.
Il baklava è una leccornia ricca, ma delicata al tempo stesso e, se ancora non lo avete fatto, vi invito a provarlo… Mi ringrazierete!
I dolci più buoni d’Europa: il Cous Cous dolce (sud Italia)
di Antonella – https://www.iviaggidellanto.com
La cucina della Sicilia, unica e particolare, è frutto delle contaminazioni lasciate nei secoli dai vari dominatori che hanno occupato l’isola. L’innegabile bravura e fantasia dei siciliani hanno fatto il resto aggiungendo, togliendo, modificando, mescolando ogni ricetta per creare piatti ricchi di sapore e di storia. Il Cous cous, che in arabo significa “a pezzetti”, è a tutti gli effetti un piatto della tradizione siciliana. Non c’è moglie di pescatore, a Trapani, che non sappia cucinarlo dopo averlo incocciato a mano con gesti lenti e femminili che vengono da lontano. Alla carne di montone, si è sostituito il pesce rendendo il cous cous un piatto che appartiene ormai alla cultura popolare siciliana e che nel trapanese ha la sua diffusione maggiore. Tutti gli anni a San Vito Lo Capo si svolge il Cous Cous Fest con colori e sapori mediterranei che invadono il borgo. Ho accettato con molto entusiasmo quindi la proposta di una serata a base di cous cous offerta da un ristorante di Macari, vicino a San Vito Lo Capo. Tutte le portate erano buonissime, con abbinamenti inediti e delicati, ma il dolce resta per me indimenticabile! Non avrei mai immaginato che mescolando al cous cous zucchero, miele, gocce di cioccolato, pistacchi di Bronte, marmellata di arance, uvetta, pinoli, cannella e granella di nocciola, si potesse ottenere una tale delizia!
La vera ricetta del cous cous dolce è ancora segretissima, custodita nel silenzio della clausura delle monache benedettine del Monastero di Agrigento. Pare che la tradizione di questa delizia di pasticceria si tramandi di badessa in badessa dal 1300, imparata dalle domestiche tunisine al servizio delle nobili fanciulle che decidevano di ritirarsi in convento. Logicamente ho provato a farlo a casa e logicamente non è venuto buono come quello che ho mangiato a Trapani… Forse, mancava l’ingrediente principale e cioè l’aria intrisa dei profumi caldi e sensuali della Sicilia. Quelli sono irripetibili!
I dolci più buoni d’Europa: la Tarta de Santiago (Spagna)
di Patrizia – http://saporiinviaggio.altervista.org
Camminavo, come ogni mattina da ormai qualche giorno, quando un morso allo stomaco mi fa fermare nell’unico bar nel raggio di parecchi chilometri. Sto percorrendo il Cammino Inglese di Santiago e, con tutti i passi macinati, la fame non mi abbandona mai. Questa volta è il profumo delle mandorle che mi attira, entro e la vedo: la Tarta de Santiago. Già l’aspetto mi incuriosisce; una candida copertura di zucchero a velo, lascia uno spazio per il simbolo della croce di Santiago.
È una torta versatile, in quanto l’assenza di glutine la rende adatta a tutti. Al di là della poeticità di questo dolce della Galizia, ne è stata riconosciuta l’Indicazione Geografica Protetta da ormai qualche anno, a patto che si rispettino i dosaggi degli ingredienti. La ricetta originale ne prevede pochi: mandorle, uova, scorza di limone, cannella e zucchero a velo, semplicemente mescolati tutti insieme e cotti in forno. La storia è incerta e controversa, l’unica certezza che si ha, è che una volta era una torta riservata al ceto alto a causa del prezzo delle mandorle, da cui il suo primo nome ‘Tarta Real’. Col tempo si è diffuso il suo consumo sino a diventare quel prodotto che è tutt’oggi: la Torta del Pellegrino. Chiunque abbia percorso il Cammino si è imbattuto in questa specialità e sicuramente gli è rimasta nel cuore.
I dolci più buoni d’Europa: i Pasteis de Nata (Portogallo)
di Angela – https://ingiroconangela.com
Lisbona , capitale del Portogallo, è una città dal grande fascino: stradine ripide, lunghi viali mosaicati, preziosi azulejos, ceramiche bianco azzurre, che decorano le pareti delle case. Oltre ascoltare il fado , la tipica musica portoghese, in una taverna del Bairro Alto o attraversare la città con il celeberrimo Tram 28 , c’è un’altra cosa che dovete assolutamente fare a Lisbona: dovete assaggiare un Pastel de nata o de Belém tiepido a colazione.
I pastéis de nata sono deliziosi dolcetti di pasta sfoglia ripieni di crema all’uovo, serviti tiepidi e spolverizzati di zucchero a velo e cannella. Queste dolci barchette di crema nacquero intorno al 1821 nel Monastero Dos Jerónimos di Belém, quartiere di Lisbona che ha poi dato il nome al pasticcino. I monaci utilizzavano il bianco dell’uovo per inamidare i vestiti, mentre il tuorlo veniva utilizzato per creme dolci e altre ricette. La pasta sfoglia fu introdotta a Lisbona da alcuni monaci che avevano vissuto in Francia. Nel 1822, dopo la Rivoluzione Liberale Portoghese, i monaci iniziarono a vendere i pastéis de nata per sostenersi, fin quando, nel 1834, lo stesso monastero fu chiuso e i monaci furono costretti a cedere la ricetta alla vicina Fábrica de Pastéis de Belém. Aprì nel 1837 ed è tuttora il posto più famoso del Portogallo in cui mangiare i pastéis de Bélem: io li ho assaggiati proprio lì e al solo pensiero mi viene ancora l’acquolina in bocca. In realtà potete trovarli ovunque, anche in vendita nei caratteristici chioschetti nelle piazze e nelle vie principali della città. E poi sono facilissimi da preparare a casa. Badate bene però: non riuscirete mai a riproporre fedelmente il gusto degli originali. La ricetta completa è segreta.
I dolci più buoni d’Europa: il Pão de Deus (Portogallo)
di Samanta – https://hopelesswanderer.eu
La prima volta che assaggiai il Pão de Deus ero appena arrivata in Algarve, con lo zaino in spalla e piena di buone intenzioni. Di fronte a una prelibatezza del genere, nonostante questa miriade di buoni propositi, ho detto addio alla dieta e ne ho subito fatto incetta.
Il pane degli Dei, nonostante questo nome decisamente altisonante, altro non è che un panino dolce e sofficissimo. Simile al nostro panino al latte, è caratterizzato da una copertura a base di scaglie di cocco che lo rende umido e delizioso. Lo si può mangiare al naturale oppure, come mi è spesso capitato di vedere il quel di Faro, farcito con una fetta di prosciutto e formaggio. Un contrasto delizioso, dove sapori completamente diversi gli uni dagli altri si uniscono per creare una sinergia davvero singolare. Un ossimoro formato panino che, a ben vedere, ricalca molto alcuni aspetti della cultura portoghese che ho avuto la possibilità di osservare per i cinque mesi successivi a questo primo timido assaggio.
Ma cosa occorre per preparare il Pão de Deus perfetto? Semplicissimo! Vi occorreranno: 500 gr di farina per dolci; una bustina di lievito; 75 gr di zucchero; 75 gr di burro fuso; 2 uova; 200 ml circa di acqua; sale (un pizzico). Mescolate tutti gli ingredienti sino ad ottenere un composto omogeneo con il quale formerete otto paninetti. Questi, poi, andranno spennellati con del latte tiepido ed ulteriormente impreziositi grazie ad una miscela composta da cocco e zucchero in parti uguali (circa 80 gr). Infornateli per 18-20 minuti a 200 gradi et voilà : i Pão de Deus son serviti!
Si tratta di un piatto che, per me, ormai, ha il sapore consolante del comfort food e il profumo di bellissimi ricordi. Un piatto della tradizione povera portoghese che, davvero, non vi deluderà. Provare per credere!
Vi invito a cliccare sui vari link per andare a fare un saluto alle blogger sui loro bei blog di viaggio, e vi aspetto qui la settimana prossima… per andare in esplorazione di un’altra zona d’Europa attraverso altri dolci ricette… dal gusto decisamente più nordico!
13 commenti
casepreparalavaligia
Questa volta non ne conoscevo neanche uno….però in Sicilia c’è davvero l’imbarazzo della scelta, e non perché io sono di parte….! ? la cassata, il cannolo con la ricotta, l’iris al cioccolato, le zeppole di San Giuseppe, le minnette di Sant’Agata…..non continuo!
viaggiodolceviaggio
Brava, non continuare 🙂 che la colazione è ormai passata da tante ore!!!
Viaggincucina
Quante Leccornie in questo articolo, oggi li assaggerei un po’ tutti ???
viaggiodolceviaggio
Preparare l’articolo infatti è stata una goduria…!
Alessia
Ti ringrazio per questo spazio sul tuo blog, Elena. Mi sono molto divertita a partecipare ma soprattutto a leggere di così tante bontà che sanno di sole. In particolare, non conoscevo la versione dolce del cous cous… Davvero sfiziosa! Ciao, alla prossima?
viaggiodolceviaggio
Sono io a ringraziare te per la partecipazione: tutti contributi, questa settimana, così sentiti e pieni di ricordi e profumi, che è stato davvero un piacere preparare l’articolo!
Fausto Luciano Pellino - Viaggiatore non per caso
…e qui la scelta si fa veramente dura. Direi il Baklava. In Grecia, e soprattutto a Salonicco, è stato il boccone conclusivo dei miei pasti 🙂
viaggiodolceviaggio
E, in Grecia, immagino CHE pasti! 🙂
Sì, la scelta è quasi impossibile!
lillyslifestyle
Sul Portogallo io avrei scelto altro: pastel de feijão, travesseiro de Sintra, ecc. 😉 Ci sarebbe da scrivere un libro sull’argomento.
Bellissima idea.
viaggiodolceviaggio
Di che dolci si tratta? sono curiosa!
Silvia The Food Traveler
I pasteis de nata sono il mio sogno culinario proibito. Li sogno da quando ne ho sentito parlare per la prima volta, ma a quanto pare nemmeno quest’anno riuscirò ad affondare i denti nella crema.
Il cous cous dolce non lo conoscevo e ora sono molto curiosa di provarlo!
viaggiodolceviaggio
Forse tra tutti, essendo anche italiano, è l’unico che potremo magari sperare di assaggiare durante questa strana estate…
www.narrabondo.com
Buonissima sia la torta di Santiago che i pasteis de Belem, ma nulla rispetto ai dolci napoletani e siciliani.