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diario di viaggio in Irlanda
IRLANDA

Irlanda. Diario di viaggio: verso Belfast…

Nelle puntate precedenti del diario di viaggio in Irlanda

1^ puntata: Dublino…

QUARTO GIORNO

Stamattina doppia sveglia: Mari sbaglia ora, alle 5.50 scatta in piedi e va in cucina/camera di Giulia a preparare il tè, rincorsa da Silvia che la blocca! Un’ora dopo, all’ora giusta, facciamo rapidamente colazione con tè e briochine, chiudiamo zaini e valigie ed usciamo verso la fermata del 747 che ci dovrebbe portare all’aeroporto. Purtroppo la fermata segnalata da maps è stata spostata, quindi facciamo un po’ fatica a trovarla. Sul pullman, grandi risate, anche da parte della signora spagnola seduta vicino a noi, quando Sil si rende conto di aver dimenticato la giacca: l’ha lasciata da qualche parte? Appesa nell’appartamento? Forse le è caduta alla fermata? No! Alla fine ce l’ha semplicemente appoggiata sulle gambe, sotto lo zaino!

Poco dopo le 9, comunque, siamo in aeroporto: purtroppo non troviamo facilmente l’autonoleggio, perché è necessario aspettare una navetta che conduce ad un altro stabilimento nel quale ritirare la macchina. La ragazza al desk, però, guarda i nostri cinque trolley e sostiene che la macchina che abbiamo prenotato, una Renault Capture, non abbia abbastanza bagagliaio, e ci consiglia di cambiare segmento ad un costo di 25 euro supplementari al giorno. Ci intestardiamo a voler provare, ma effettivamente le valigie non ci stanno, così ci tocca modificare e scegliamo una Nissan Qashqai con navigatore e cambio manuale. Il primo impatto con la guida a sinistra è sempre un po’ destabilizzante e spaventa un po’ Mari, che però si tranquillizza subito grazie alla perizia di Gio. Si parte! Per prima cosa, vogliamo vedere Howth ed il faro di Dublino, Baily lighthouse. Purtroppo non ci si può avvicinare più di tanto, così lo ammiriamo dal sentiero, ricco di fiori di erica.

Ci dirigiamo poi verso Malahide, dove ci accolgono gli ampi prati che circondano un antico castello, che pare essere abitato da 5 fantasmi. Al caffè Avoca, una delizia per occhi e palato, facciamo un buon pranzetto: Gio una torta di salmone e noi torte dolci e scone.

Sfrecciamo verso il nord in direzione Newgrange, dove però abbiamo la sgraditissima sorpresa di non poter entrare al sito preistorico a causa della troppa gente: l’unico modo era prenotare… ma non era possibile online! Ci dispiace veramente tanto, perché ci tenevamo a vedere questo luogo così antico e surreale.

Ci spostiamo allora a Monasterboice, un antico monastero del 500 di cui oggi si possono ammirare la torre circolare e due enormi antiche croci celtiche, raffiguranti scene nuovo e del vecchio testamento.

Lasciando l’Irlanda, ed entrando nell’Irlanda del nord, ci dirigiamo sempre più a nord, verso il mare, dove ci imbattiamo nella enorme spiaggia di Rossglass, e camminiamo sulla battigia lasciata dalla bassa marea… che sensazione di libertà ed isolamento! In lontananza spunta l’alto, giallo e grigio faro di St. John point, al quale dopo ci avviciniamo e nei pressi del quale camminiamo sulle frastagliate rocce scure. Siamo soli, il vento sferza freddo ed il paesaggio è bellissimo!

Ultima tappa prima di dirigerci nella città di Belfast é Ballynoe Stone Circle, che si raggiunge attraverso un sentierino popolato da fate e gnomi (lo testimoniano le loro casette e piccoli indizi che hanno lasciato in giro, come pupazzetti e nastrini). Si arriva in un grande prato disseminato di grandi massi formanti un grosso cerchio. Non si conosce esattamente la datazione, né la funzione di questa struttura, sicuramente preistorica.

Ci rimettiamo in macchina e in circa cinquanta minuti raggiungiamo Belfast, capitale dell’Irlanda del nord. Troviamo subito la nostra casa situata in un quartiere periferico pieno di casette di mattoni rossi, tutte uguali ed adornate con tante bandiere inglesi.

Non essendo presente il proprietario, dobbiamo seguire le indicazioni fornite via mail per parcheggiare l’auto e trovare la chiave per aprire la casa (dobbiamo sbloccare ben due codici, stile enigma da escape room!). La casetta è su due piani, ordinata, con due camere e il bagno al piano superiore, e un piccolo salotto con divano letto e la cucina al piano di sotto. Troviamo un buon rifornimento per la colazione (biscotti, cereali, marmellate, pan bauletto..).

Lasciate le valigie, partiamo alla ricerca del pub per la cena. Arriviamo nel centro verso le nove e purtroppo la maggior parte dei locali ormai non serve più la cena. Dopo essere entrati in vari pub e ristoranti, incluso il famosissimo The Crown Liquor Saloon, troviamo Rusty Saddle, dove finalmente riusciamo a cenare con pollo thai al curry, stracotto di manzo alla birra, alette di pollo e manzo con patate e piatto thai vegetariano. La cena è offerta da Ele al costo di 77 sterline.

Il primo impatto con Belfast è stato positivo: sembra essere una città molto più tranquilla della caotica Dublino…

QUINTO GIORNO

Alle 6:45 Gio scende per preparare la colazione, e presto un profumo di pane tostato si sprigiona per tutta la casa. Mangiamo nella nostra colorata cucina latte, tè, pane tostato, burro, marmellata, biscotti e cereali.

Purtroppo, usciamo sotto una pioggia scrosciante, che non ci permette di visitare appieno la Queen University of Belfast, costituita da edifici in mattoni rossi, che trasmette un senso, insieme, di sobrietà e serenità.

In macchina, ci dirigiamo verso il Titanic quarter, per visitare il Titanic museum. Parcheggiamo proprio sotto all’edificio, che è enorme ed architettonicamente moderno ed espressivo. Il museo si sviluppa in svariate gallerie, dalla crescita industriale di Belfast, alla costruzione delle navi nei cantieri navali, sino a ripercorrere tutta la storia del Titanic, dal varo all’affondamento. Il museo è multimediale e coinvolgente, specialmente il momento in cui si sale su delle cabine rotanti e si viaggia nel cuore dello scafo della nave in costruzione. Compresa nel biglietto, c’è anche la visita alla SS Nomadic, nave tender la quale poteva ospitare fino a 1000 persone. L’esemplare è l’unico superstite della flotta, una sorta di sorella minore del Titanic.

Per tutta la durata della visita, fuori continua ad imperversare la pioggia, mentre quando usciamo non fa di certo bello ma perlomeno non piove, e questo ci permette di compiere l’itinerario previsto per la visita al centro di Belfast con insperata tranquillità. Vediamo il Big fish, o Salmon of knowledge, l’Albert memorial clock, il Commercial court, la Cattedrale di S. Anne, l’antico negozio Sawers, il City hall, il memoriale alle oltre 1500 vittime del Titanic. Non riusciamo a metterci d’accordo se Belfast sia una città semplice o sofisticata, c’è tra noi un pochino divergenza di opinioni, ma in ogni caso sta piacendo molto a tutti.

Dopo un paio di ore di camminata, torniamo a prendere la macchina per dirigerci nella zona della Belfast più travagliata, ovvero quella dei murales. Si è rimesso a piovere, quindi giriamo principalmente in macchina, sia nella zona protestante, che in quella cattolica. Le case dell’area filo inglese sono tappezzate di bandiere e bandierine britanniche. I murales sono bellissimi, rappresentativi e toccanti. Quello che ci colpisce di più è il Peace wall, un muro che ancora divide le due aree, protestante e cattolica, sia in modo fisico che ideologico. La sera, i cancelli che si trovano lungo il muro, vengono serrati, e gli abitati di una fazione piuttosto che dell’altra si affrettano a tornare dalla parte ‘giusta’.

Lasciata con un po’ di tristezza la città, con un viaggio di meno di un’ora, saliamo ancora più a nord, ed arriviamo al famosissimo viale di faggi dai rami lunghissimi ed intrecciati, che creano una fiabesca galleria naturale, Dark Hedges. Peccato solo la poggia scrosciante che ci marcia!

In pochi minuti, siamo alla nostra sistemazione per la notte nel paese di Ballycastle: Carnately Lodge, un delizioso cottage nel quale veniamo accolti da un vivace ed esuberante oste, che in modo premuroso ci illustra i servizi della struttura, ci offre prosecco e brownies e ci consiglia un posto dove cenare. Bisogna fare presto, però, per approfittare del menu Early bird, con il quale è possibile mangiare antipasto e piatto principale a poco, entro le 18.30. Quindi, prendiamo velocemente possesso della bella camera da 5, ci cambiamo i jeans fradici, e ci rechiamo da The cellar, dove mangiamo come antipasto soup o involtini, come piatto principale pollo, salmone o un delizioso sausage and mash. Paghiamo solo 67 euro… fortunato colui che deve offrire stasera!

Usciti da cena, il cielo è chiaro ed è piacevole stare fuori, così decidiamo di passeggiare fino alla spiaggia di Ballycastle, ed azzardiamo anche a prendere un gelato. Incontriamo bambini che giocano a hurling, uomini panciuti che giocano a bocce, e soprattutto una bella spiaggia che, di nuovo, trasmette un gran senso di libertà. La battigia è deserta, la sabbia bagnata, Gio mette i piedi a bagno, la cornice attorno deliziosa: da una parte, in alto, le casette del paese, tutt’attorno erba, pochi cottage ed una scogliera in lontananza.

Possiamo tornare a casa davvero felici e sereni perché, nonostante la pioggia, stiamo scoprendo che, prima o poi, esce sempre un seppur timido sole, che fa scoprire luoghi inattesi che resteranno nel cuore.

Continua…

Per approfondire la zona e avere un aiuto per realizzare il tuo itinerario personalizzato, leggi anche:

Cosa vedere tra Dublino e Belfast

Cosa vedere a Belfast

mappa Belfast-Ballycastle

19 commenti

  • Alessia

    Ecco, Belfast è uno di quei posti dove vorrei tornare per vedere com’è cambiata negli anni. Il primo impatto infatti non fu dei migliori. Mi ricordo una città triste, ancora profondamente ferita e arrabbiata, alla ricerca di una identità. Dai racconti di molte blogger che sono state a Belfast negli ultimi anni emerge una città completamente diversa da quella che ho visto io. E questa cosa mi incuriosce molto.

    • viaggiodolceviaggio

      Effettivamente ancora oggi, comprensibilmente, la città non sprizza certo di gioia, ed una sensazione di tristezza la trasmette eccome.
      Però, ha sicuramente cercato e saputo rimboccarsi le maniche e tirarsi su, ed offre al viaggiatore davvero svariati luoghi che si visitano con piacere!

  • casepreparalavaligia

    Che peccato che non siate riusciti a visitare il sito archeologico di Newgrange, ma come dico sempre, bisogna lasciare indietro qualcosa per avere la scusa di tornare.
    Emozionante leggere questa seconda pagina di diario perché sulla mappa leggo i nomi dei posti in cui vivevo!

  • Silvia The Food Traveler

    Stessa cosa che è successa a me a Dublino: la fermata del bus per l’aeroporto non era quella indicata da Google Maps! Da Dublino siamo stati anche noi a Malahide, ma all’epoca purtroppo Avoca non c’era ancora (ti parlo di secoli fa).
    Solo a leggere la parola “Belfast” mi scende una lacrima al pensiero che ci sarei dovuta andare proprio lo scorso aprile: avevo già in mente tutte le tappe, che sono quelle che avete previsto voi. Non avevo ancora deciso se fare il tour dei murales a piedi o col cab: vedo che voi lo avete fatto in macchina, lo sconsiglieresti a piedi?

    • viaggiodolceviaggio

      A piedi lo trovo un po’ dispersivo, perchè i murales non sono tutti concentrati in una piccola zona, anzi sono sparsi su parecchie strade.
      A te che parli molto bene e fluentemente inglese, forse consiglierei i cab, che ti possono sicuramente far scoprire ed imparare molto di più!

  • lillyslifestyle

    Sono anni che vorrei tornare in Irlanda (già stata 2 volte) e organizzare un viaggio verso il nord, queste tue foto mi hanno fatto venire una voglia incredibile di partire. Speriamo le cose si normalizzino presto.

  • L'OrsaNelCarro Travel Blog

    Beh, con la pioggia è la morte sua, non me la immagino Belfast con sole e cielo azzurro 😉 E’ il grigio il giusto clima per accompagnare visite struggenti come il tour dei murales e il museo del Titanic (che darei per visitarlo adesso)!
    Dì la verità, da 1 a 10 quanto avresti voluto fare un paliatone a Mari per la storia della sveglia? 😛

    • viaggiodolceviaggio

      Sì, esatto: il grigio crea proprio la giusta atmosfera per una visita a questa città, tra murales struggenti e Titanic museum, che è sì moderno e accattivante, ma comunque molto serio e triste…
      Ah, credimi, Mari se lo è preso eccome!!! 🙂

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