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New York terza puntata
NEW YORK

New York. Terza puntata

QUINTO GIORNO

La terza puntata del diario di viaggio a New York… se ti sei perso le altre, ecco qui!

Partiamo con l’idea di andare a Liberty Island (con sveglia alle 6.30)… ma ci accorgiamo subito che non è la giornata adatta, perché il cielo è nuvoloso e nebbioso. Cambiamo quindi programmi e ci dirigiamo verso Chinatown.

Visitiamo il mercato coperto di Essex street e giriamo per il quartiere di Chinatown cogliendone le stravaganze, i colori sgargianti e i numerosi anziani che, nei parchi, praticano risveglio muscolare e tai chi.

Ancora una volta, ci sembra di aver cambiato città!

In Eldridge street visitiamo il museo-sinagoga e impariamo nuovi contenuti sulla religione e cultura ebraica. Si tratta della prima sinagoga di New York voluta dai primi ebrei arrivati dalla Russia per avere un punto di riferimento nel quartiere (Lower East Side). E’ splendida.

In alcune strade i cinesi e gli orientali lasciano spazio agli italiani.

Passeggiamo per Little Italy tra trattorie e pizzerie. Ci colpisce un signore che invita a gran voce i clienti ad entrare nella sua “Trattoria della nonna” che sembra uscito da un film pizza mafia e mandolino!

Tra i negozi di Chinatown, agli angoli delle strade, veniamo avvicinati da signore orientali che borbottano qualcosa sottovoce e con fare circospetto. Per un bel po’ non capiamo…poi l’illuminazione: propongono e cercano di vendere borse, occhiali da sole e gioielli “di marca” contraffatti. Ci fa ridere questo modo di adescare clienti, ricorrendo a sotterfugi!

Vogliamo assaggiare i tipici ravioli cinesi, perciò oggi ci concediamo il pranzo! Ci fermiamo in un ristorante cinese e ci dividiamo un piatto di noodles, i dumpling (ravioli bolliti) e altri fagottini bolliti e fritti. Irrorando il tutto con abbondante salsa di soia ci facciamo una scorpacciata deliziosa, tra forchette e bacchette cinesi.

Dopo pranzo ci dedichiamo all’acquisto di alcune magliette della NYPD (New York Police Department) da regalare ai nipoti, curiosando tra le decine e decine di negozietti.

Ci spostiamo in seguito nel quartiere di Soho (South of Houston Street) che si confonde con Tribeca (Triangle below Canal Street).

Di nuovo, nel giro di un centinaio di metri, l’atmosfera cambia completamente. La frenesia lascia il posto alla tranquillità, il disordine all’eleganza. Addio ai negozi di souvenir, alle bancarelle e ai prodotti contraffatti; qui solo lussuose boutique, abiti firmati e gallerie d’arte. Gli edifici sono bellissimi! Soho è il quartiere degli edifici in ghisa: palazzi ordinati, verniciati con colori tenui, ognuno con l’immancabile scala antincendio della stessa tonalità.

Con la metro ci spostiamo poi a Brooklyn. Ormai si sta facendo buio. Passeggiamo per l’elegante e bellissimo quartiere di Brooklyn Heights. Elena decide di vivere qui. La cosa che ci piace di più sono le scale d’accesso alle case che vediamo sempre nei film, con i bei portoncini e l’immancabile ghirlanda.

Sempre a piedi ci spostiamo sulla Brooklyn Promenade, dove scattiamo mille foto da tutte le angolazioni allo skyline della città di fronte a noi e ai mastodontici Brooklyn Bridge e Manhattan Bridge, che finalmente vediamo! La vista è davvero incantevole.

Giriamo ancora un po’ nel parco e nel vicino quartiere di Dumbo (Down under Manhattan Bridge overpass). Si tratta della zona dei docks, tutti ben restaurati, che ci ricorda la corrispondente zona di Londra. I vecchi magazzini in mattoni rossi ospitano oggi eleganti appartamenti. Silvia decide di abitare qui.

Facciamo una veloce cena da Shake Shak con hotdog, patatine e cioccolata calda e partiamo poi alla volta di Dyker Heights, quartiere che si trova a sud della città. Impieghiamo circa un’ora tra metro e pezzi a piedi… ma ne varrà decisamente la pena! Inizia a piovigginare ma questo non ci disturba minimamente, perché siamo stregati ed affascinati dalle migliaia di luci che addobbano quasi tutte le case di questo quartiere! Le decorazioni natalizie qui sono diventate un’arte!! Ogni albero, ogni cespuglio, ogni ringhiera, ogni scala, ogni finestra è tempestata da sfavillanti lucine colorate. Ovunque ghirlande, fiocchi rossi, frosty, babbi natale, elfi, soldatini e pupazzi di neve. Alcune case sono fini ed incantevoli, altre eccessive e sovrabbondantima stupende lo stesso! Pensiamo più volte “questi sono pazzi!” ma sotto sotto invidiamo gli abitanti di questo pazzo quartiere che, a prescindere dalle luci, vanta ville e villette davvero raffinate.

Con l’accozzaglia di luci e decori ancora negli occhi, che finora avevamo visto solo in qualche film e che non immaginavamo esistesse veramente, ci dirigiamo lentamente verso casa, addormentandoci mille volte in metro. Siamo distrutti ma felici!

SESTO GIORNO

Questa mattina dobbiamo assolutamente andare alla Statua della Libertà, così ci svegliamo presto, alle 6.30, per cercare di evitare la coda. E così è! Riusciamo a passare in fretta i soliti controlli e presto siamo a bordo del traghetto diretti a Liberty Island. Il cielo è, anche oggi, nuvoloso, però è talmente emozionante vedere l’avvicinarsi della statua! Infinite sono le foto che scattiamo a e con Lady Liberty, che nonostante il volto severo ci piace subito. Grazie all’audioguida che ci viene fornita ascoltiamo la storia ed alcune curiosità sulla famosissima statua, dono dei francesi, nel 1876, in occasione del centenario dell’Indipendenza. E riflettiamo sull’emozione che devono aver provato nel vederla i migliaia di europei migranti, dopo giorni e giorni di viaggio in mare aperto.

Ripartiamo con il traghetto alla volta di Ellis Island. Si tratta dell’isola su cui sbarcavano dai piroscafi gli aspiranti immigrati. Qui si decideva del loro destino. Qui venivano sottoposti a stremanti attese e a controlli di salute fisica e mentale. La maggior parte di questa gente ce la fece ed ottenne presto l’autorizzazione a proseguire il viaggio verso NY City o altre città degli Stati Uniti o del Canada. Altri dovettero restare in quarantena in ospedale. Per altri invece, non giudicati idonei e rispediti in patria, proprio qui il sogno americano si infranse.

Visitiamo la grande sala registry room, la stanza delle visite, il dormitorio e varie sale con immagini toccanti e testimonianze.

Ritornati sulla terraferma, ci dirigiamo verso il MoMA, il museo di arte moderna. In sé, è bello e pieno di opere antiche importanti: Picasso, Van Gogh, Warhol,… noi purtroppo di arte non ci intendiamo molto, quindi giriamo le sale velocemente. Tante opere sono proprio tanto tanto moderne…ed incomprensibili.

Riusciamo poi incredibilmente ad avvicinarci all’albero e alla pista di pattinaggio del Rockfeller… infatti tutta la folla è ammassata tra le vie attorno a Times square in attesa della mezzanotte (sono solo le tre!).

La zona è tutta blindata, transennata e piena di poliziotti, che non lasciano passare nessuno a meno che non venga spiegata la destinazione.

Verso le 17.30 siamo in camera e ci concediamo un sonnellino! Intorno alle 20.30 iniziamo il nostro cenone low cost in camera decisamente alternativo: pop corn ai broccoli, patatine di baccelli di piselli, ravioli e noodles al microonde, omelette di colazione e tacos! Per finire, cioccolata calda.

Alle 22 usciamo e ci dirigiamo alla cattedrale St John the Divine per la messa delle 23. Ci siamo fatti tutti i nostri calcoli su quali linee della subway prendere, ma, tra modifiche dovute al Capodanno e confusione tra treni locali ed express…arriviamo in ritardo, pur marciando svelti! La gente nell’enorme cattedrale non è molta, ma c’è una bellissima atmosfera!

Nel frattempo, durante la messa, è arrivata la mezzanotte, quindi ci scambiamo gli auguri e usciamo. Ci dirigiamo verso Central Park, dove, con un po’ di emozione, per la prima volta ci addentriamo.

C’è davvero poca gente…ci aspettavamo folla e fuochi d’artificio, invece evidentemente la festa si concentra tutta nella zona di Times square… dalla quale siamo ben felici di essere lontani!

All’improvviso vediamo spuntare una marea di gente che corre la ‘Midnight Run’ per tutto Central Park: davvero un modo alternativo per trascorrere la sera di Capodanno!

Molte, tra le persone incrociate, correndo, ci augurano sorridenti ‘Happy New Year’!

Ci gustiamo lo skyline dei grattacieli che si specchia in uno dei laghi del parco e poi decidiamo di andare a dormire. Anche in metro tutto tranquillo, ci aspettavamo molta più confusione! Sono le due e mezza quando riusciamo a metterci a letto. Che capodanno alternativo!

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