Irlanda. Diario di viaggio: l’Irlanda del sud…
Nelle puntate precedenti del diario di viaggio in Irlanda…
3^ puntata: l’Irlanda del Nord…
4^ puntata: la Wild Atlantic Way…
TREDICESIMO GIORNO
Nel nostro bel cottage di Tinnahalla, Killorglin, alle 8,30 scendiamo per la colazione che la signora Irma ci ha preparato: caffè, latte, the con pane tostato, marmellate, cereali e biscotti. Chiacchieriamo un po’ con la signora che, ci confida, ha tre figli, quattro nipoti e da tre mesi non si tinge più i capelli! Ci dirigiamo subito a Killarney per affittare le biciclette. Le troviamo da Looney’s, che tiriamo giù dal letto suonando a lungo il campanello: due al prezzo di 15 euro e tre a 10 un po’ sgarrupate. Iniziamo a pedalare all’interno del parco della Killarney House per poi entrare nel Killarney National Park, il primo parco nazionale istituito in Irlanda nel 1932. Prima tappa il bel Ross Castle, che si affaccia sul Lower Lake.
Ci spostiamo verso Muckross Abbey, le rovine di un’abbazia francescana del XV secolo: è possibile visitarla liberamente in tutti i suoi angoli, salendo su tutti i piani. Al centro del chiostro interno cresce un enorme tasso di 550 anni. (Vi prego, non radiatemi dall’albo del travel blogger seri…!) Mettendo in sottofondo un canto gregoriano, e ridacchiando come cinque bambinetti, ci divertiamo ad inscenare il passaggio di quattro monaci in preghiera, mentre Gio ci filma!
Ripresa la serietà mentale, di nuovo in sella alle nostre bici, ci spostiamo a Muckross House, splendida residenza del XIX secolo circondata da un grande e curato parco verde. Per mancanza di tempo non riusciamo a visitarne gli interni, che dicono essere molto belli e che sanno trasportarti all’interno di una serie tv britannica, né la ricostruzione delle tradizionali fattorie lì accanto. Decidiamo però di fermarci alla tavola calda per gustarci una calda zuppa e recuperare energie! Poi facciamo una breve passeggiata nel parco, ricco di colorate composizioni floreali. Che splendidi fiori! E che verde! Infine, andiamo a vedere le cascate Torc Waterfall, immerse in un bosco muschiosissimo.
Pedalando intensamente, ritorniamo verso la cittadina di Killarney, percorrendo tratti di strada, altri di pista ciclabile ed altri tratti sui sentieri. Riconsegniamo le biciclette e ci mettiamo in strada verso sud, di nuovo verso il mare.
Nella cittadina di Kinsale, ci fermiamo per fare una passeggiata e per cenare. Il paese è bellissimo, sia visto dall’alto della collina Compass Hill, che consente di abbracciare con un unico sguardo campi, mare, forti, case ed il porto, sia al suo interno, un dedalo di vie dalle case una più speciale dell’altra. Sono infatti dipinte con vivacissimi colori, al limite dell’inverosimile! Negozietti, localini, casette, ogni angolino del centro è delizioso. È una città votata alla gastronomia e rinomata per il festival del cibo gourmet che si tiene ad ottobre e richiama numerosi turisti. Sono molti i locali che propongono piatti raffinati e costosi, noi scegliamo invece un ristorante a cucina tipica irlandese, mangiano fish and chips, curry di pollo, fish pie, pir pir chicken, pagando 96 euro.
Torniamo a piedi alla macchina e ci mettiamo per strada alla volta di Cobh, che raggiungiamo col buio pesto e con tanto traffico. Sono ormai infatti le 22 quando, oltrepassato il ponte, iniziamo a seguire le dettagliate ma leggermente destabilizzanti istruzioni che Laura, la nostra ostessa, ci ha scritto. Dobbiamo vedere tre case gialle, poi girare a sinistra, poi… peccato però che a quest’ora tutto sia scurissimo! Troviamo comunque il nostro Lux Bus, e rimaniamo a bocca aperta. Laura ci viene gentilmente incontro e ci mostra l’interno: da un vecchio bus a due piani londinese ha ricavato un carinissimo alloggio, piccolo ma confortevole! Al pian terreno, una bella cucina e, in fondo, un angolo soggiorno con un bel tavolo in vetro contornato da un divano a ferro di cavallo. Al piano superiore, un piccolo bagno, una camera con letto matrimoniale e, dall’altra parte, una camera con tre letti. Colpiscono anche i piccoli dettagli: un mappamondo, libri per bambini, piantine, quadretti, cuscini… Colmi di stupore, beviamo una tisana e, finalmente, andiamo a letto.
QUATTORDICESIMO GIORNO
Che buffo svegliarsi in un bus! Mari si alza per prima alle 7.30 per preparare la colazione al piano di sotto: latte, caffè tè, cereali, pane tostato con burro. A ruota, scendiamo tutti e ci sediamo in coda al pullman per mangiare. Rigovernato il bus, e girato un video per mostrarlo ai parenti a casa, scendiamo nel centro di Cobh, un tempo Queenstown, ultima sosta del Titanic prima di salpare per il suo drammatico viaggio e porto da cui partivano per l’America gli emigrati e per l’Australia i prigionieri. Toccanti i memoriali per la nave Lusitania affondata in guerra da un siluro tedesco e la statua dedicata Annie Moore e ai suoi fratellini, primi irlandesi a mettere piedi su Ellis Island. Una lussuosa nave da crociera è attraccata, dalla quale scendono frotte di turisti. Ci arrampichiamo su per un muro per poter scattare la foto perfetta alle casette colorate con l’imponente cattedrale sullo sfondo. Entriamo in quest’ultima per visitarla, è molto bella, in stile neogotico, e quest’anno festeggia 100 anni dalla sua edificazione. Camminiamo poi per le stradine dal fascino portuale: qui le case non hanno quegli sgargianti colori come nei paesi vicini, ma toni pastello più pacati.
Via verso Cork, città un po’ grigia, poco curata, che piace ad alcuni di noi ma non convince altri. Cominciamo visitando la chiesa di St. Anne e la Shandon Tower, nel quartiere operaio, sulla cui torre campanaria saliamo per suonare le campane: ci sono otto corde numerate e alcuni spartiti musicali, così tutta la città può sentire i nostri strimpellamenti di Fra Martino e dell’inno alla gioia. Dalla cima, poi, osserviamo il panorama. Passeggiando tra le vie del centro, entriamo presso l’English Market, un tripudio di profumi, colori, sapori e sentori. Gio mangia finalmente alcune ostriche, noi patate e hot dog. Continuiamo la visita con l’Elizabeth Fort, la Holy Trinity Church e la Cattedrale di St Finbar. Il tempo stringe perciò decidiamo di salutare Cork, non prima di aver preso un espresso. Mentre camminiamo verso la macchina ci si avvicina un uomo che ci chiede se siamo italiani. Anche lui lo è e ne approfitta per attaccare bottone. La prima cosa che ci dice è che in Irlanda gli uffici pubblici sono aperti anche il pomeriggio poi si appiccica a Gio per indagare se alla Fiat gli operai vengono spiati… Capiamo di avere a che fare con uno strano tipo, che non sarà l’unico della giornata… Ripresa l’auto, tentiamo di avvicinarci al Blarney Castle, famoso per la leggenda legata alla pietra dell’eloquenza, ma c’è troppa gente nel parcheggio ufficiale così, prima di desistere, cerchiamo di parcheggiare lungo la strada. Al primo tentativo, però, una signora cicciottella ed un po’ strana si avvicina alla macchina borbottando qualcosa… forse non possiamo parcheggiare davanti a questa casa? Non facciamo in tempo ad avanzare di un centinaio di metri per riprovare a parcheggiare, che ce la ritroviamo di nuovo di fianco alla macchina, ed inizia a parlarci con insistenza e velocemente, arrivando ad infilare prima il braccio e poi tutta la testa nel finestrino. Non capiamo cosa voglia, ma prima che si scaldino gli animi, decidiamo di ripartire.
Ultima tappa della giornata, il Cahir Castle, davvero suggestivo perché molto ampio, situato sul fiume e circondato da un grande parco verde arricchito con sculture in legno. Ci ricorda subito il castello di re Artù, ed infatti scopriamo che qui è stato girato il film Excalibur.
Il programma prevedrebbe ancora la visita alla Rock of Cashel e alla Hore Abbey, ma il tempo corre, e preferiamo rimandarla a domattina, per dedicar loro maggior tempo. Quindi, ci rechiamo presso il nostro ultimo bed and breakfast, Lissarda, a Clonmel. Il cottage è bellissimo, con due bovindi e camere ampie ed accoglienti. Ecco qui il terzo personaggio buffo della giornata: il proprietario Michael, che ci accoglie con un fiume di parole zittendoci più volte se tentiamo di fare domande con un Shhh teatrale e fastidioso!
Per cena, raggiungiamo a piedi il centro della cittadina, piuttosto ordinaria, scegliendo Sean Tierneys bar and restaurant, un pub veramente bellissimo: buio e tranquillo, arredato con un’accozzaglia di stili e di oggetti, come libri, statue, velieri, una macchina da scrivere, una cabina del telefono, un caminetto, specchi e quadri. Per salutare l’Irlanda, per l’ultima cena, ci concediamo seefood chowder, zuppa, lasagne, bistecca, peppered beef e stir fry vegetables, più due irish coffee e due dolci. E siccome non c’è tre senza quattro… anche il cameriere è un po’ bizzarro! Per tutta la cena, è agitato nel portarci il cibo, tant’è che si rovescia sulla camicia un po’ di zuppa di pesce, ci ringrazia ogni qual volta ci porta qualcosa, anche una semplice forchetta, ci chiede in continuazione se va tutto bene e, a fine cena, ci porta non uno, né due, ma tre piattini pieni di cioccolatini alla menta!
Ci riempiamo prima la bocca, e poi le tasche, perché ci sembra scortese lasciarli lì, e ci incamminiamo verso casa, dove svuotiamo la macchina dagli oggetti lasciati in giro per chiudere, tristemente, le valigie.
QUINDICESIMO GIORNO
Dopo una notte di sonno tranquillo, un profumino invitante ci accoglie nella sala colazione. Anche se sono ormai 15 giorni che ci rimpinziamo di salsiccia, bacon e fagioli, optiamo tutti per la colazione salata, ordinando le uova strapazzate.
Lasciamo il nostro lodge con un po’ di malinconia pensando che abbiamo appena gustato la nostra ultima colazione irlandese.
Da Clonmel ci dirigiamo verso la Rock of Cashel, o Rocca di San Patrizio. Il tragitto è breve, ed in un attimo la scorgiamo in lontananza stagliarsi tra la foschia e dominare dall’alto la Contea di Tipperary. È uno dei siti archeologici più famosi d’Irlanda, nel quale si dice San Patrizio abbia raccolto un trifoglio e con esso abbia spiegato il concetto della Trinità. Si rimane sconcertati dall’imponenza del complesso, con mura possenti e un panorama a 360 gradi. La zona del cortile interno è carica di storia: la torre rotonda, l’abbazia e la cattedrale gotica parzialmente crollata sono contornate da un prato collinare irto di croci celtiche. La guida parla un inglese molto stretto, quindi presto la abbandoniamo decidendo di girare per nostro conto con l’aiuto di una guida online. Il tutto è davvero molto suggestivo e carico di fascino.
Ai piedi della Rocca si erge Hore Abbey: vi si accede gratuitamente tramite un sentiero tra i prati. La visita è completamente libera e davvero affascinante, perché ci si può muovere liberamente, su e giù per i muretti, oltrepassando le vecchie finestre ed ammirando il cielo, siccome la costruzione è priva di copertura. Siamo soli e ci divertiamo molto, esplorando e facendoci strane fotografie.
Il tempo strige: ritorniamo alla macchina e partiamo alla volta di Kilkenny, nostra ultima tappa. In circa un’ora arriviamo: Kilkenny, famosa anche per la sua birra rossa, la Smithwick’s è carica di attrattive turistiche. Visitiamo il suo castello, del XII secolo, situato vicino al fiume Nore. Il cortile esterno è piacevolissimo, la giornata di sole fa risaltare il verde prato e le auto d’epoca parcheggiate sul selciato in bella mostra. Passeggiamo tra le vie della cittadina fino alla Cattedrale di San Canice ma, arrivati a questo punto, calcoliamo la strada per l’aeroporto su Maps e ci spaventiamo: è molto più lunga del previsto! Quindi, ci affrettiamo a tornare alla macchina e a ripartire a tutta velocità, salvo poi renderci conto che avevamo disabilitato il percorso in autostrada e che il tempo era in realtà ancora a nostro favore. Peccato, ormai siamo nei pressi dell’aeroporto e non possiamo più aggiungere tappe… Che, in questo viaggio, a ripensarci bene, sono state innumerevoli!
The end
Per approfondire la zona meridionale dell’Irlanda ed avere alcuni suggerimenti per realizzare il tuo itinerario personalizzato, leggi anche:
Due settimane in Irlanda e Irlanda del Nord: l’itinerario completo
6 commenti
L'OrsaNelCarro Travel Blog
Ma che belle Kinsale e Cobh, me le segno entrambe, veramente belle belle! E anche il bus, sembra proprio accogliente!
E ora veniamo al commento serio: il chiostro. Vi siete resi conto di aver inscenato un antico rito magico? Così facendo avete evocato la maledizione dei “tizi strani incontrati in viaggio”! Ma che voleva poi quella donna? Io scherzo eh… sono morta dalle risate con quel video! ?
viaggiodolceviaggio
Hai ragione, proprio belle, grazie ai loro colori, per una pastello, per l’altra vivaci.
Ah, cosa volesse quella donna proprio non lo abbiamo capito!
…non ci è prorpio passato per la mente, che i tizi strani ce li siamo andati tirati addosso da soli!!! ) 🙂 🙂
Elena
Ho letto con piacere il racconto. Bellissimo viaggio!!!!!!!!
viaggiodolceviaggio
È passato solo poco più di 1 anno… e i ricordi sono ancora vividissimi!
Silvia The Food Traveler
Cork non ha convinto nemmeno me, ma ci sono stata per pochissime ore e per di più il giorno prima lo avevo passato insieme al mio ex boss e sicuramente non ha aiutato ? Kinsale invece l’ho adorata, al punto che non mi dispiacerebbe pensare di trascorrere una settimana di vacanza intera proprio lì, passando da un ristorante all’altro. Tra l’altro non lontano dal centro c’è uno dei miei locali preferiti in assoluto.
Ma la cosa migliore rimane il double-decker: non sai quanto vi invidio per la notte trascorsa nel bus!
viaggiodolceviaggio
Cork chissà, forse si, va esplorata per più tempo per coglierne le potenzialità… però con tutto il verde che c’è da scoprire in Irlanda, mi è sempre parso un peccato restare troppo in città…
La notte in bus….me la sogno ancora!