Irlanda. Diario di viaggio: l’Irlanda del Nord…
Nelle puntate precedenti del diario di viaggio in Irlanda…
SESTO GIORNO
La colazione, presso il nostro bel cottage Carnately Lodge di Ballycastle, è ampia e deliziosa: uova strapazzate, fagioli, bacon, pancake, pane tostato, marmellate, cereali, frutta, croissant e scone. Il nostro grande e grosso oste è già tutto pimpante di prima mattina! Facciamo un po’ scocciare la coppia di spagnoli accanto a noi per piccole incomprensioni relative alla toastiera, ma la colazione è molto piacevole. Parliamo un po’ con un’altra famiglia italiana di Reggio Emilia sui programmi della giornata e poi lasciamo la bella casetta di Ballycastle, alla volta della scoperta della splendida Irlanda del Nord.
L’itinerario di oggi prevede circa 90 km di strada, tutti inframezzati da frequenti tappe. La prima è Kinbane Castle, dove ci troviamo praticamente da soli. Le rovine di questo castello (che ci ricordano quelli scozzesi) si trova su un promontorio di calcare bianco proteso verso il mare. Si raggiunge tramite una scalinata un po’ impegnativa, ma lo scenario ci ripaga della fatica. Soffia un vento così forte che quasi ti butta giù. In pochi minuti il cielo, da grigio e pieno di nuvole, diventa di un acceso azzurro punteggiato da soffici e bianche nuvole: dobbiamo ricominciare a scattare foto!
Seconda tappa è il Carrick-a-rede rope bridge, ponte sospeso che collega la terraferma con un isolotto usato un tempo dai pescatori per pescare salmoni. Non lo attraversiamo, ma percorriamo un sentiero fino al punto in cui parte. Siamo contenti di questa decisione perché il ponte è piuttosto corto ed affollato, quindi ci godiamo solo la visuale.
Ci dirigiamo poi a Ballintoy. Sulla strada per Ballintoy Harbour vediamo la minuta Ballintoy Parish Church, elegante chiesetta bianca con un piccolo cimitero, tranquillamente appoggiati su un praticello verdissimo e affacciati sul mare. Il porto è invece piccolo e molto affollato, soprattutto perché è appena arrivato un pullman del Game of Thrones Tour pieno di fan… Che addirittura indossano i costumi della serie!
Prossima tappa, un’occhiata dall’alto alla Whitepark bay e al Dunseverik Castle.
Poi, il punto clou della giornata, quello che tutti aspettavamo: il selciato del gigante, the Giant’s Causeway. Seguendo i consigli dei Viaggiascrittori, parcheggiamo presso il Causeway Hotel, garantendo all’addetto al parcheggio che saremmo entrati a bere una bevanda calda. Lui ci consegna un biglietto, spiegandoci che all’uscita glielo dobbiamo restituire timbrato dal barista dell’hotel. Guardando l’hotel, alla sua sinistra, parte un sentiero, che presto si divide: il percorso blu è il più facile e il più diretto. Purtroppo, c’è tanta di quella gente che sembra di essere in processione. L’impatto con le 37000 colonne esagonali di basalto scuro è stupefacente. Saltelliamo da un esagono all’altro facendo fotografie a manetta! Gli studiosi dicono che questo spettacolo della natura si è formato con il raffreddamento della lava di una eruzione vulcanica. Questo però non spiega perché questa forma e perché proprio solo in questo punto… Preferiamo quindi credere alla leggenda, secondo cui il gigante Finn desiderava costruire un percorso sul mare fino ad arrivare in terra scozzese, dove avrebbe potuto sfidare il gigante suo rivale.
Percorriamo poi il sentiero rosso, che sale sulla scogliera, per ammirare dall’alto lo spettacolo: dopo una ripida salita e 162 scalini il sentiero prosegue in piano. A destra il mare, a sinistra prati verdissimi punteggiati da cottage e pecore bianche.
Ripresa la macchina, procediamo lungo la Causeway Costal Route dirigendoci a Dunluce Castle, che però sta chiudendo e guardiamo solo da fuori. Infine, ultima tappa è la spiaggia di Downhill, ampissima, che raggiungiamo direttamente in macchina sulla sabbia! Da qui, ammiriamo il curioso tempietto arroccato sul promontorio, Musseden Temple, ma per mancanza di tempo non lo andiamo a vedere da vicino.
Dopo alcuni km, lasciata la costa, su strade di campagna, arriviamo al Carowmena Glamping Activity center, dove ci aspetta la nostra bianca tenda da 5 posti! Il campeggio non è glamour come indicato dal nome, anzi piuttosto spartano. Alcuni di noi sono eccitati, altri un po’ più titubanti, riguardo a cosa ci aspetterà in questa nuova avventura.
Per cena, chi rechiamo a Limavady e scegliamo un ristorantino molto carino, con piatti buoni ed abbondanti: the Junction. Mangiamo hamburger, pasta al forno piccante, pollo con cipolle e patate e noodle asiatici. Paghiamo 86 euro, facciamo un giretto per digerire e rientriamo in campeggio. A turno andiamo in bagno per lavarci i denti e, mentre Gio è in doccia, Giù e Sil accorrono spaventate perché hanno visto un denso fumo nero e delle fiamme provenienti dalle case dietro il campeggio. Corriamo a vedere, ma non sappiamo cosa fare… Pensiamo di chiamare il ragazzo del camping affinché chiami i soccorsi. Al telefono, Sil gli dice che c’è un big fire, ma lui subito sembra non capire bene quello che gli diciamo; dopo poco, però, arriva veloce, corriamo verso il fuoco e lui esclama: oh, no! He is a farmer! Sil gli chiede se è matto e lui risponde che no, lo fa tutti i giorni…!
Col batticuore, finiamo i preparativi per la notte che, in tenda, si rivela riposante, nonostante la pioggia battente, la luce mattutina e, soprattutto, i rumori degli elicotteri che continuavano a girarci sopra la testa, gettando Ele, nel sonno, nel panico, credendo si trattasse di elicotteri antincendio…
SETTIMO GIORNO
Ci svegliamo col rumore della pioggia battente e di un forte vento, e ci alziamo alle 8 un po’ preoccupati per il tempo. Facciamo colazione con pane tostato, pancake, marmellata, latte e caffè fuori dalla “Glitchen”.
Con un viaggetto di mezz’ora in macchina, arriviamo a Derry, o Londonderry per gli inglesi. Parcheggiata la macchina, percorriamo a piedi il Peace bridge, sinuoso ed ornato di fiori. Giunti dall’altra parte, ad Ebrington square, si mette a piovere deciso. Sotto la pioggia, vediamo l’elegante Guildhall e il caratteristico Craft village. Presto smette di piovere ed esce un bel sole. Saliamo sulle mura (Derry è infatti anche soprattominata Walled city), sulle quali passeggiamo e da cui ammiriamo dall’alto il panorama su file e file di casette tutte uguali e sul quartiere di Bogside, scorgendo i primi murales. Entriamo nella chiesetta di S. Augustine e nella Cattedrale di S. Columba. Poi, scendiamo nel Bogside dove, ad accoglierci, c’è il famoso muro bianco Now you are entering in Free Derry. Sui muri di parecchie case ci sono diversi murales, che illustrano i giorni dei Troubles e della Bloody Sunday avvenuta nel gennaio 1972 e ricordano i guerriglieri dell’IRA morti in prigione o in seguito allo sciopero della fame e alcuni ragazzini rimasti uccisi nella strada in quei tragici giorni.
Vorremmo dedicare più tempo a questa città, magari anche visitando il museo di Free Derry, ma la tabella di marcia non ce lo permette: ci aspetta un viaggio di più di due ore verso le scogliere Slieve League. Mentre sgranocchiamo biscotti e gallette all’aceto, ammiriamo rapiti la strada attorno a noi. Siamo infatti entrati nella contea di Donegal: percorriamo una strada stretta, ondulata, piena di su e giù, con l’asfalto perfetto, che attraversa una splendida vallata tutta verde. Intorno a noi, solo prati, pecore e semplici ma incantevoli cottage, tutti uguali ma tutti diversi, uno più bello dell’altro!
Arriviamo sul passo Glengesh pass e ci fermiamo a scattare una foto alla splendida vallata che abbiamo appena lasciato.
Giungiamo quindi nei pressi delle Slieve League dove, seguendo i consigli letti su internet, non ci fermiamo al primo parcheggio ma oltrepassiamo il cancello e raggiungiamo il secondo, evitando la salita di 40 minuti. Appena scesi siamo investiti da un fortissimo vento ed il paesaggio è mozzafiato. Abbiamo davanti a noi le scogliere più alte d’Europa, che scendono dolcemente. L’acqua si infrange spumeggiando sulle alte rocce. Ammiriamo a lungo la veduta, ma non ci accontentiamo, quindi ci inerpichiamo in salita per una buona mezz’ora, alla ricerca di scorci panoramici dall’alto. Il vento è talmente forte che forte che ti sposta e bisogna stare davvero attenti nell’avvicinarsi al precipizio!
Ridiscendiamo attraverso la Wild Atlantic Way, che offre uno spettacolo dopo l’altro, una curva dopo l’altra. Mentre ci dirigiamo verso Sligo, ci assale un violento acquazzone che ci impedisce di vedere la montagna dalla sagoma così particolare, il Benbulben.
Per la solita fortuna che stiamo avendo, però, arrivati a Sligo esce il sole, e ci attende una cittadina vivace su un bel fiume, dove ha vissuto il poeta Yeats. Ceniamo in un ristorante bizzarro, Hooked, con fish and chips, hamburger, soup alla curcuma, insalata di pollo e uno squisito brownie caldo. Paghiamo un po’ più del solito, 109 euro.
Facciamo ancora due passi e poi ci rimettiamo in macchina verso il nostro bed and breakfast, a Tobercurry, Ogham house, dove le camere, una nella struttura principale e una nella dependance, sono curate e ben arredate.
Continua…
Per approfondire questa splendida zona e avere un aiuto per realizzare il tuo itinerario personalizzato, leggi anche:
Irlanda del Nord. Cosa vedere sulla Causeway Coastal Route
Wild Atlantic Way. Cosa vedere nelle contee di Donegal e Sligo
6 commenti
Silvia The Food Traveler
Riconosco i posti per averli visti anno fa, con due differenze: non ci siamo fermati a Derry purtroppo, ed era pieno inverno quindi i colori erano molto diversi. Il tempo non molto 😉
La tenda nel camping-glamping mi ispira molto, tranne che per gli elicotteri e gli incendi che in effetti forse disturbano un po’ il sonno!
Un giro che mi piacerebbe rifare presto.
viaggiodolceviaggio
Sonno decisamente disturbato, sì, eppure ricordo alla perfezione quella nottata come molto divertente! 🙂
Derry merita al cento per cento una tappa, almeno almeno di mezza giornata!
Silvia The Food Traveler
Volevo dire “anni fa” 😉
casepreparalavaligia
Questa è, forse, una delle tratte più belle anche se io, purtroppo, non ho (per ora!) visto il Donegal!
E siamo a metà viaggio…
viaggiodolceviaggio
Guarda, ti assicuro che non posso affermare di averlo visto nemmeno io: ho avuto un graditissimo assaggio, sì, ma averlo visto, esplorato, assaporato, è un’altra cosa, anzi… un altro viaggio!
untrolleyperdue
Mamma mia, ma che paesaggi spettacolari, Elena! 0_0
Quelle scogliere, quei castelli a picco sul mare, quelle strade che conducono a nuove meraviglie da scoprire…