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15 giorni in Irlanda e Irlanda del Nord Diario di viaggio 4
IRLANDA

Irlanda. Diario di viaggio: la Wild Atlantic Way…

Nelle puntate precedenti del diario di viaggio in Irlanda

1^ puntata: Dublino…

2^ puntata: verso Belfast…

3^ puntata: l’Irlanda del Nord…

OTTAVO GIORNO

Dormiamo benissimo nella nostra casetta a Tobercurry, nella contea di Sligo, e ci svegliamo più tardi del solito perché l’altera signora ha deciso che la colazione è alle 9. La tavola è imbandita elegantemente con tovaglia, sottopiatto e tovaglioli in stoffa, che da un po’ non usavamo. Troviamo un piatto con affettati, formaggi e uovo sodo, cetrioli, burro salato, caffè, latte e tè, pane tostato e non, frutta, cereali e yogurt… Manca solo la marmellata, ma non osiamo chiederla!

Siamo in ritardo sulla tabella di marcia quando, alle 10, partiamo. Prima tappa è la coloratissima cittadina di Westport, con i suoi ponti in pietra impreziositi da tanti fiori, così come la piazza ottagonale e le vie ricche di negozietti dalle facciate colorate. Ci dispiace quasi non aver pensato di dormire una notte qua…

Seconda tappa, le rovine della bella Murisk Abbey, che si affaccia sull’acqua, con accanto il suo ordinato cimitero.

Ci spostiamo poi verso la zona del Killary Harbour, stretto fiordo lungo 16 km, che divide la contea di Mayo e quella di Galway. Ci impressionano la forte corrente che increspa l’acqua ed il suo colore scuro, probabilmente determinato da uno scuro fondale.

Tappa principale della giornata è l’abbazia di Kylemore Abbey. Una strada un po’ sconnessa ci conduce in questo luogo fiabesco, fatto costruire da un uomo su desiderio della moglie, anche se il destino sarà poi loro avverso. Il pezzo forte è il castello, la struttura principale, in origine residenza della famiglia Mitchel, poi abbazia delle suore benedettine fuggite da Ypres in tempo di guerra, che hanno qui creato un prestigioso collegio femminile, chiuso poi nel 2010. Questo sito è bellissimo dentro, ma soprattutto fuori, con la sua invidiabile posizione in riva al lago. Nei pressi del castello, la bella chiesa gotica eretta in onore della moglie defunta di Henry Mitchel, Margaret, ed il mausoleo in cui entrambi riposano. Con una passeggiata di una ventina di minuti o con un bus navetta, si raggiungono i grandi giardini, colorati e molto ordinati, pieni di fiori, piante da frutto, piante aromatiche ed ortaggi. Nei paraggi, anche l’accogliente casetta del giardiniere ed un’invitante tearoom, dalla quale ovviamente ci serviamo di ottimi dolci!

Nei pressi di Clifden, percorriamo una panoramica e splendida strada ad anello, la Sky Road, molto stretta, lunga circa 12 km, che consente di ammirare la zona costiera ricca di baie e sentieri nascosti, con pochissime abitazioni, ma tantissime mucche e pecore!

Dire che restiamo affascinati dal paesaggio è davvero dire poco, quando arriviamo a Dog’s Bay: siamo davvero stupiti di come una spiaggia dal sapore e dai colori caraibici sia apparsa davanti ai nostri occhi in Irlanda! Una lunga distesa di sabbia fine e chiara, onde spumeggianti che si infrangono a riva, e soprattutto una rigogliosa erbetta verde che spunta proprio dalla sabbia in una maniera che ha dell’incredibile! Il vento soffia forte e ci manda negli occhi granelli di sabbia, ma noi desideriamo esplorare ancora questo luogo, quindi ci incamminiamo sul verdissimo prato e, poco dopo, ci troviamo su un’altra spiaggia, altrettanto grande, altrettanto bella, speculare alla prima, alle sue spalle. Ci rechiamo a vedere il piccolo cimitero e poi restiamo semplicemente un po’ di tempo seduti sulle rocce, ad ammirare l’immenso…

Circa un’ora e mezza di macchina ci divide dalla cittadina di Galway, vivacissima ed un po’ irriverente, forse perché è sabato sera pienissima di gente di ogni età (e abbigliamento!) per le strade! Avremmo selezionato un ristorantino di pesce, Hooked, che ci è stato consigliato, ma essendo già le 21.30 ci rispondono che ormai la cucina è chiusa, così come fanno tanti altri locali. Optiamo allora per un ristorante asiatico, Neo, in cui ci troviamo bene ed assaggiamo sapori nuovi.

La sistemazione per questa notte è un appartamentino su due piani, buffo perché tutto colorato e decorato con toni sgargianti… sopra un pub! I più giovani si attardano ancora un’oretta a bere una Guinness e un Baileys nel pub sotto casa, ascoltando un duo suonare e cantare e godendosi quest’atmosfera cosi tipica e così calda che ci piace molto! In verità, la musica la si sente ancora anche da sopra, così come il vociare delle persone, ma non è così fastidioso, e poi non dura a lungo!

NONO GIORNO

Cominciamo la mattinata a Galway sotto una fredda pioggia. Facciamo colazione nell’unico locale aperto a quest’ora la domenica mattina, Gourmet tart, ed andiamo a messa nella cattedrale cattolica, che poi visitiamo e della quale apprezziamo soprattutto le coloratissime vetrate ed i rosoni. Esploriamo poi la città, e finalmente la pioggia smette di scrosciare, anche se a più riprese ricomincia: il Salmon Weir Bridge, Eyre square, Quay street, la Collegiata di San Nicola, al cui interno è in corso una festicciola con tanto di caffe, bibite e dolcetti, il Quartiere latino, the Long Way e Claddagh Quay.

Intorno a mezzogiorno, andiamo a restituire le chiavi dell’appartamento presso il pub e ci mettiamo in macchina verso sud. Dovremmo fare tappa al castello di Dunguaire, e poi anche dare un’occhiata alle pietre del Burren, ma la pioggia è talmente forte che non ci permette nemmeno di scendere dalla macchina.

Prima delle 14 siamo a Doolin, piccolo agglomerato di case, dove si dice sia nata la musica irlandese! La sistemazione per la notte sarà ancora una volta un Glamping, che questa volta è però veramente carino e pulito. La nostra tenda è una yurta arredata in stile orientale, con tanto di porta, pavimento, mobiletti, stufa, candeline.

Siamo particolarmente indecisi su cosa fare: il programma iniziale prevedeva di andare e tornare alle scogliere a piedi da Doolin, però il tempo è incerto, quindi non riusciamo a deciderci. L’alternativa è prendere un bus, almeno in uno dei due versi, ma ne passano pochi, il primo lo perdiamo ed il secondo pure, perché vorremmo mangiare qualcosa di caldo (una zuppa e un irish coffee) ma i camerieri ci servono troppo lentamente. Alla fine, ci risolviamo ad andare fino al Visitor Center delle Cliff of Moher in macchina, pagando 8 euro a testa nel parcheggio. Ci sono due differenti vie che corrispondono ai due percorsi che ogni visitatore può scegliere. Prendiamo il sentiero sinistro e camminiamo per circa un’oretta. Ciò che ammiriamo è indescrivibile: la scogliera è veramente una meraviglia della natura. Nel suo punto più alto tocca i 210 metri e le varie stratificazioni fanno capire quanto gli agenti atmosferici agiscano duramente nel corso di milioni di anni sulla terra!

Assistiamo impietriti al fenomeno della pioggia ascensionale:  la forza del mare che si infrange sugli scogli crea una nebulizzazione di acqua che viene trasportata letteralmente verso l’alto dal vento per più di 200 metri lasciando di stucco i visitatori.

Scattiamo un’infinità di foto a quest’idillio, facendo sempre attenzione a non avvicinarci troppo allo strapiombo, ma desiderando allo stesso tempo vedere e assaporare il più possibile! Infatti gran parte del sentiero è delimitato da una recinzione di pietre piatte facilmente scavalcabili. Tornando sui nostri passi, ci facciamo strada tra frotte di ragazzini italiani che giocano a chi si avvicina di più allo strapiombo e scrosci di pioggia, arriviamo fino alla O’Briens Tower, costruita nel 1800 e situata a destra del Visitor center, la quale segna il punto più alto delle Cliff e rappresenta un punto di osservazione.

Stanchi e infreddoliti dalle sferzate di vento, ci rintaniamo all’interno del Visitor center in cui sono presenti delle mostre che spiegano il fenomeno dell’erosione, le varie specie animali che caratterizzano la fauna locale e tanti interessanti approfondimenti sul cambiamento climatico e il dannoso effetto che l’uomo ha sulla natura.  A malincuore, intorno alle 6 pm, ritorniamo al parcheggio. Dobbiamo ancora recarci al porto per capire dove salperemo, domani, alla volta delle isole Aran. Purtroppo non si ha mai la certezza assoluta che le barche possano navigare: l’oceano è molto mosso praticamente sempre. Giunti a destinazione, infatti, ci troviamo di fronte ad onde gigantesche e vento molto forte.

L’ufficio dei traghetti è chiuso. Vedremo domani mattina… ma iniziamo ad incrociare le dita! Per cena, ci fermiamo poco lontano dal porto, da O’Connors, un pub degno del suo nome: pieno zeppo di gente che mangia, suona, canta e ovviamente beve Guinness! Per cena un piattone di cozze, lamb burger, salmone, pollo. Torniamo a piedi al Glamping e, dopo la doccia, nei bei bagni puliti, ci rifugiamo nella nostra accogliente yurta.

Continua…

Per approfondire questa zona dell’Irlanda ed avere un aiuto per realizzare il tuo itinerario personalizzato, leggi anche:

Wild Atlantic Way. Cosa vedere nelle contee di Mayo e Galway

Wild Atlantic Way. Cosa vedere nelle contee di Clare e Limerick

Cosa vedere a Galway

Dormire in Irlanda: sistemazioni insolite

11 commenti

  • Silvia The Food Traveler

    Westport mi manca all’appello, peccato, perché mi ispira tantissimo!
    A Galway siamo stati per due notti ma non siamo stati altrettanto fortunati con la sistemazione alberghiera perché siamo capitati in un hotel che non aveva niente che non andasse, ma era molto impersonale e un po’ fuori mano. Un paio di notti sopra un pub del centro non mi sarebbero dispiaciute!
    La notte in yurta rimane tra i miei sogni ?

    • viaggiodolceviaggio

      Sì, Westport è un gioiellino! … E la notte sopra il pub, come per esperienza ben sai anche tu 🙂 è proprio carina!

  • casepreparalavaligia

    Una mia amica ha fatto il percorso a piedi da Doolin alle Cliff e mi ha detto che è stato bellissimo, anche se camminare sul fango era un po’ stancante.
    Il giorno prima di partire per le Aran ilctenpo era tremendo, ma la mattina splendeva il sole e siamo riuscite, ma una ha avuto il mal di mare per tutto il tempo.
    Questo diario di viaggio fa uscire anche tutti i miei ricordi….!!?

    • viaggiodolceviaggio

      Esattamente quello che volevamo inizialmente fare noi: il sentiero a piedi da Doolin alle scogliere. Purtroppo il meteo ti permette di decidere certi spostamenti solo una volta che ci si trova in loco… In più, mi avevano raccontato non essere ben segnalato, quindi a volte ci si smarrisce un po’… Però mi sarebbe piaciuto tanto, per arrivarci e godersele da un’altra prospettiva!

  • L'OrsaNelCarro Travel Blog

    Guarda, io sono il tipo che mal sopporta gli schiamazzi che arrivano dai locali, ma quell’atmosfera che hai descritto l’avrei vissuta con molto piacere, roba che mi sarei unita a quel gruppetto per cantare e gozzovigliare con loro *__* Che bei colori che ha l’Irlanda… non solo il verde! Bella la foto dei tuoi capelli biondi svolazzanti nel blu… ma la maglietta con la bandiera greca? ???

    • viaggiodolceviaggio

      Non mi chiamo Orsa, ma di carattere sono un po’ orsa anche io, quindi ti capisco…Ma quell’atmosfera è, almeno per qualche sera, da vivere ed assaporare!
      …Tu vuoi farmi credere di avere un intero guardaroba di t-shirt abbinate alle bandiere dei paesi che visiti? ? Se sì, ti ammiro ancor più di prima!!!

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